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Unioncamere Toscana
Le imprese straniere in Toscana nel 2016
Crescita del 3,4% nel 2016, e del +26% nel corso degli ultimi cinque anni. La Toscana resta al 1° posto in Italia per quota di imprese a conduzione straniera (12,9%). Cina e Romania, ma anche Albania e Marocco, le comunità imprenditoriali più numerose. Forte la concentrazione territoriale: quasi la metà (26mila) fra Firenze e Prato
Il presidente unioncamere Toscana Andrea Sereni
In Italia le imprese guidate da stranieri sono quasi 600mila; il 9% di queste si trova in Toscana, dove alla fine del 2016, se ne contano 53.578 (su un totale di 419.900 imprese registrate).

In questo contesto la componente straniera dell’imprenditoria acquista sempre più spazio nel panorama nazionale, ed ancor più in Toscana, dove la percentuale di imprenditori stranieri ha raggiunto a fine 2016 il 12,9%, tre punti percentuali e mezzo al di sopra della media italiana (9,4%).

Nell’ultimo quinquennio il peso degli imprenditori nati oltreconfine è aumentato costantemente nel sistema delle imprese toscane, ed il numero delle aziende a conduzione straniera è cresciuto al ritmo del 4-5% all’anno, con un rallentamento nell’ultimo anno (+3,4% la crescita del 2016) che colloca la dinamica dell’imprenditoria straniera in Toscana al di sotto di quella mediamente registrata nel resto d’Italia.

Lo rileva Unioncamere Toscana nell’ultimo report, realizzato sulla base delle informazioni disponibili nel Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

“La ‘vivacità’ imprenditoriale delle comunità straniere presenti sul territorio regionale – commenta il Presidente di Unioncamere Toscana, Andrea Sereni – ha consentito di controbilanciare il calo generalizzato delle imprese a conduzione italiana che si è registrato nel corso degli ultimi anni, confermando come si tratti di una risorsa preziosa per l'economia dei nostri territori. Certo, non sono poche le difficoltà che questi imprenditori si trovano ad affrontare, difficoltà di inclusione e di accesso ai finanziamenti, ma anche in alcuni casi di difficile convivenza con le problematiche legate al rispetto della legalità. Sono tutti fronti su cui occorre continuare a lavorare, perché è certo che i flussi migratori con i quali ci confrontiamo richiedono l’attuazione di politiche mirate tanto all’accoglienza quanto alla definizione di percorsi di inserimento, con servizi di affiancamento soprattutto in fase di avvio di un’attività che assicurino una maggior preparazione a chi sceglie di mettersi in proprio, sempre con la consapevolezza che il lavoro e l’impresa sono uno dei cardini dell’integrazione sociale”.

Per lo più si tratta di piccole imprese

La stragrande maggioranza delle imprese straniere con sede in Toscana sono ditte individuali (l’82%, 44mila), coincidenti normalmente con imprese di dimensioni più piccole. Fra gli imprenditori italiani, invece, l’incidenza delle ditte individuali è decisamente inferiore e si ferma al 47%.

Solo un’azienda straniera su dieci è invece costituita sotto forma di società di capitali (5.600), tipologia d’impresa maggiormente strutturata che -a livello regionale- supera nel complesso le 100mila unità. Le società di capitali stanno tuttavia prendendo sempre più quota anche fra gli imprenditori stranieri, con una crescita che, nel corso dell’ultimo anno, è stata di ben il +10%.

In crescita risultano comunque anche le ditte individuali (+2,6%) e le società di persone (+2,5%), facendo registrare un aumento che si colloca in controtendenza rispetto a quanto avviene per le omologhe forme giuridiche a conduzione italiana.

Commercio, edilizia e sistema moda i settori preferiti dagli stranieri

Da dicembre del 2011 alla fine del 2016 lo stock di imprese straniere con sede in Toscana è aumentato di quasi 12mila unità, con un tasso di variazione del +26%.

Una parte rilevante del saldo positivo è legata al commercio, dove negli ultimi 5 anni si è registrato un vero e proprio boom di esercizi a conduzione straniera (+4.600). Gli altri comparti del terziario hanno inoltre contribuito con 3mila imprese al saldo del quinquennio, e l’industria con altre 2mila unità.

Nel corso del solo 2016, l’imprenditoria straniera della regione ha registrato un ampliamento di 1.850 attività (+3,4%), di cui quasi 600 nel commercio (+3,8%).

Sempre nell’ultimo anno, l’imprenditoria straniera del turismo è cresciuta di 7 punti percentuali, equivalenti a +210 esercizi legati alla ristorazione ed alla ricettività (+1.000 nel periodo 2011-2016).

Le attività produttive manifatturiere in mano a stranieri sono infine aumentate di 430 unità, a differenza di quanto avvenuto per le imprese industriali guidate da italiani, che sono diminuite.

Ma da dove vengono? …

Guardando la nazionalità degli imprenditori che hanno deciso di fare impresa in Toscana, la parte del leone la fa senz’altro la Cina, seguita a distanza da Romania, Albania e Marocco.

A fine 2016, le persone di origine cinese che hanno una o più cariche in un’azienda registrata sul territorio regionale sono oltre 13mila; di questi 10mila sono titolari di ditte individuali, un migliaio hanno il ruolo di Soci e quasi 2mila sono Amministratori.

Su un totale di 70mila persone straniere che detengono cariche in aziende toscane, il 19% proviene dunque dalla Cina, e la quota si innalza al 24% nel caso dei titolari di azienda individuale.

Fra le prime dieci nazionalità, il continente asiatico è poi rappresentato, oltre che dalla Cina, anche da Bangladesh e Pakistan (per un totale di 3mila persone con cariche), e rilevante è anche la presenza di imprenditori africani, con numerosità più elevate – in particolare – per la comunità marocchina (6.600) e per quella senegalese (oltre 3mila).

04/04/2017 12.37
Unioncamere Toscana


 
 


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