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Regione Toscana
Anagrafe pubblica: mozione unanime per trasparenza patrimoniale e associativa
Il Consiglio approva l’atto presentato dai consiglieri Leonardo Marras e Monia Monni, del partito democratico
“I fatti di cronaca e le dimenticanze di società a Malta ci hanno portato a presentare una mozione per impegnare il Consiglio regionale, tramite l’Ufficio di presidenza, ad implementare la disciplina relativa all’anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali in merito alla trasparenza patrimoniale e associativa, con particolare riferimento ai diritti reali su beni immobili e mobili, partecipazioni in società quotate e non quotate o intestazioni fiduciarie riguardanti patrimoni posseduti all’estero”. Così il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras, firmatario – insieme alla collega Monia Monni – della mozione che ha acceso in aula un lungo dibattito e che è stata poi approvata all’unanimità.

“Quando c’è un consigliere che si dimette occorre parlarne”, ha precisato Marras, “la vicenda è talmente banale che ci pone di fronte ad una reazione spropositata”, ha affermato riferendosi alle dimissioni dell’ex collega Enrico Cantone. “Vorrei chiedere al sindaco Nogarin: dove sta l’eroismo nel dimettersi per una dimenticanza?”. Decisione che poi si è anche portata dietro uno “sconquasso all’interno del gruppo Movimento 5 stelle, andando ad incidere su posti di lavoro di dipendenti”, ha concluso Marras.

Da parte di Gabriele Bianchi (M5S) è partita la richiesta di inserire un emendamento per rendere pubblici, ai cittadini, finanziamenti, costi e contributi per la campagna elettorale. Ed è stato lo stesso presidente Eugenio Giani a ricordare che tale normativa è già prevista: il problema per il Consiglio regionale è la capacità di controllo.

Secondo Claudio Borghi (Lega nord), “le dimenticanze non sono particolarmente eroiche e non richiedono dimostrazioni di stima per chi si dimette: con questi atteggiamenti continuiamo a dare forza all’antipolitica”. “A casa mia una società a Malta si fa per frodare il fisco. Cantone non mi mancherà”, ha concluso Borghi, auspicando tutta la trasparenza possibile nelle istituzioni.

“Ai colleghi del Movimento 5 Stelle dico: benvenuti nel mondo reale”, ha esordito Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia). “Non credo che Cantone si sia dimesso per una dimenticanza – ha sottolineato – ma per paura delle reazioni del clan dei Casaleggio: d’altra parte le dimenticanze possono succedere a tutti e lo sa bene anche il partito democratico. In politica non esistono i buoni e i cattivi, nessuno è superiore agli altri e tutti dobbiamo essere pronti a chiedere scusa”.

“Non voglio fare la morale a nessuno”, ha precisato Stefano Mugnai (Forza Italia), “ma in quest’aula c’è chi è venuto a farcela”. “In una cosa però il M5S ha vinto: vedere il gruppo del Pd in aula con l’Espresso non mi conforta, un simile atteggiamento ha un preciso copyright. Invito a cogliere questo aspetto e riconosco comunque il momento di non invidiabile difficoltà politica”.

“Con la nostra mozione abbiamo cercato di imprimere più trasparenza a questo Consiglio”, ha affermato Monia Monni (Pd), ma soprattutto vorremo delle risposte: “Voi del gruppo eravate al corrente della vicenda oppure no? Aspetto chiarezza”, ha affermato la consigliera, “e prima di dire a noi di sciacquarsi la bocca inviterei a fare altrettanto: in politica la differenza non sta nella purezza, ma spesso in bufale diffuse tramite blog”.

“Se il caso Cantone è l’occasione di alzare l’asticella della trasparenza ben venga”, ha commentato Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), invitando a cogliere tale aspetto, per il bene delle istituzioni.

“Condivido quanto detto dai colleghi, ma in quest’aula ci siamo sorbiti due anni di paternali”, ha detto Elisa Montemagni (Lega nord): “Da oggi non voglio più sentire parlare di onestà da parte di chi difende i disonesti anziché condannarli”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Casucci (Lega nord): “Non accetto lezioni morali da nessuno, il Consiglio regionale deve essere un palazzo di cristallo, impegnato a fare politica e non in una caccia alle streghe”.

Di fronte all’”assordante silenzio” del Movimento 5 Stelle è intervenuto anche Antonio Mazzeo (Pd): “Dovete rispondere se eravate al corrente oppure no, e tale risposta la dovete dare non tanto a noi quanto ai cittadini toscani”.

“Siamo stufi di questa doppia morale e pretendiamo una risposta”, ha detto anche Francesco Gazzetti (Pd): “Vengo da una città, Livorno, che state ‘sgovernando’ ed è una ragione in più per pretendere chiarezza”.

E di fronte alla richiesta di Giacomo Giannarelli (M5S) di pensare alle tante risposte di cui ha bisogno la Toscana, invitando il presidente dell’Assemblea a ricordare i tempi concordati per gli atti, il capogruppo Pd Marras, nell’evidenziare il tentativo “di sminuire la portata del dibattito”, ha parlato di “superiorità che si incrina”.

Sintetica la dichiarazione di Giannarelli: “La risposta è nelle dimissioni di Cantone, per noi chi sbaglia va a casa”.

24/05/2017 15.39
Regione Toscana


 
 


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