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Redazione di Met
Pasta con etichetta, il TAR dice si alla trasparenza!
Coldiretti: cittadini ed imprenditori agricoli esultano perché è stata respinta l’istanza di sospensione presentata dai pastai
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha bocciato il ricorso dei pastai contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.

“Con questa decisione si accoglie le richieste dell’81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza su quel che portano in tavola – ha commentato Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana-. Non possomo quindi che essere soddisfatti perché è stato riconosciuto il primato dell’informazione dei cittadini rispetto a meri fini economici e commerciali, respingendo un ricorso che andava contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani e delle imprese agricole”.

Il decreto per l’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali.

“Il nostro Paese – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Anche in Toscana – continua De Concilio - vengono coltivati circa 110.000 ettari a grano dei quali 90.000 seminati a grano duro e circa 20.000 quelli in cui si coltiva il grano tenero. 3.5 milioni di quintali di grano prodotti. La produzione del grano duro si concentra nella province di Siena, Grosseto e Pisa, mentre ad Arezzo va il primato per il grano tenero, coltivato soprattutto in Val di Chiana. Sono circa 15.000 le imprese agricole toscane che coltivano grano in aree in cui se non vi fosse questa coltivazione resterebbero incolte. Noi continueremo la nostra battaglia, edificando nuove filiere, da soli o con l’industria pastaria lungimirante”

22/11/2017 17.06
Redazione di Met


 
 


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