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Uncem: "Spezzacchio e l'assurda mania di portare abeti in piazza"
"E' ora che l'Italia recuperi un miglior rapporto con le sue foreste"
A Roma quest'anno, davanti all'Altare della Patria, arriva "Spezzacchio". Nel 2017 era arrivato "Spelacchio". In qualche modo è - sono entrambi - l'emblema del rapporto che il Paese ha con le sue foreste, con 12 milioni di ettari di Italia, un terzo della superficie del Paese. Un rapporto spezzato, alterato dalla non conoscenza e anche dai pregiudizi, distrutto alla radice. "Prendiamo gli abeti dai nostri boschi, più sono alti meglio è, li portiamo per 700 chilometri di autostada con allucinanti ed eterni trasporti eccezionali, costosissimi, fino alla meta, per issarli tra i sampietrini o l'asfalto, li rimontiamo nelle piazze tra le vie dello shopping e, se qualche ramo si è spezzato, siamo pronti a riattaccarlo. Un gioco ricorrente da nord a sud, anche in città dove un abete vero, un'abetina non si è mai vista manco in foto. In questo scenario postmoderno, c'è qualcosa che non va", riflette il Presidente Uncem, Marco Bussone. "C'è una società urbanocentrica che niente sa del proprio territorio rurale e montano - riflette Bussone - che niente sa dei suoi boschi, che però vuole l'albero di Natale vero in piazza o in casa, pronto poi a ripiantarlo in qualche casuale bosco quando le luci colorate e gli addobbi tornano in cantina o in garage. Addirittura c'è chi propone di prendere come albero di Natale un pezzo degli abeti rossi che si sono schiantati a terra, distrutti dal vento, sull'Altipiano di Asiago. Affinché 'riprendano la verticalità perduta', viene detto oggi. I cimali verrebbero venduti sul mercato, nelle piazze delle città naturalmente. Per poi restare 15 giorni nelle case degli italiani ed essere tradotti in biomassa da combustione successivamente. Un disegno che fatichiamo a comprendere, che però dimostra la fatica con la quale l'Italia riesce a stringere un adeguato rapporto con i suoi boschi. Li usa per gioco, senza comprenderne il valore. Spezzacchio e Spelacchio insegnano questa mancanza di radici e di basi culturali scientifiche, serie".
04/12/2018 7.48
Uncem Toscana