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Regione Toscana
Forma di governo e legge elettorale: la commissione dice no alla riforma
Le proposte di legge, una statutaria e una ordinaria, presentate da Si-Toscana a sinistra, sono state licenziate dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), con parere negativo
L’obbiettivo: cambiare la forma di governo e la legge elettorale in Regione Toscana. A questo miravano le due proposte di legge, una statutaria ed una ordinaria, presentate da Si-Toscana a Sinistra, che la commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), ha licenziato oggi con parere negativo.

La proposta di legge statutaria aveva l’obbiettivo di introdurre, come nel passato, l’elezione indiretta del presidente della Regione e della Giunta regionale da parte del Consiglio regionale, insieme ad un documento politico-programmatico. A tutela della stabilità di governo veniva prevista la ‘sfiducia costruttiva’, cioè l’indicazione del nuovo presidente, insieme al programma e alla Giunta, nel momento stesso in cui viene sfiduciato il vecchio.

La proposta di legge ordinaria ad essa collegata introduceva un sistema elettorale con una proporzionalità tra il numero dei voti ricevuti da ciascuna forza politica e i rappresentanti nel Consiglio regionale. Le circoscrizioni elettorali coincidevano con le province, ad eccezione dell’area metropolitana fiorentina, con le sue quattro circoscrizioni. Il tentativo era quello di superare i problemi di rappresentanza territoriale registrati con il sistema attuale.

“Non vedo perché un’assemblea di quaranta eletti sia una garanzia maggiore per la scelta di una figura adeguata al ruolo di governo della Regione rispetto al voto diretto da parte dei cittadini – ha rilevato Massimo Baldi (Italia Viva) – La garanzia di efficienza, che ci viene dalla delega diretta dei cittadini, viene sostituita da una garanzia di instabilità, appena corretta dal meccanismo della sfiducia costruttiva”.

“Affrontare la riforma della legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni non ci sembra sia una strada da perseguire. Siamo profondamente contrari – ha affermato Marco Casucci (Lega Nord) – Il problema della selezione di figure adeguate ai ruoli istituzionali indubbiamente esiste, ma non è questo il modo corretto di affrontarlo”.

“L’Italia ha provato ad essere bipolare, ma non c’è riuscita – ha dichiarato Andrea Pieroni (Pd) – Si confrontano due principi: la rappresentanza e la governabilità. Non credo questo sia il momento più opportuno per cambiare la legge elettorale toscana. Non credo che riportare nelle assemblee elettive l’elezione del vertice dell’amministrazione sia automaticamente garanzia di scelta del migliore. Da qui il nostro voto contrario”.

“Siamo a favore del proporzionale. Vorremmo rafforzare il disegno complessivo – ha sottolineato Gabriele Bianchi (M5S) – Stiamo valutando il da farsi. Mi astengo su questa proposta”.

“Imporre il bipolarismo attraverso un sistema elettorale ha fallito. Il sistema proporzionale è quello che più si addice alla storia di questo paese – ha replicato Tommaso Fattori (Si -Toscana a sinistra) – La Regione è uno strano ibrido tra un’assemblea legislativa in senso proprio ed un consiglio comunale, come dimostra il ‘toscanellum’, una legge elettorale che imita quella comunale, con una strana soglia al quaranta per cento. Non siamo un grande comune, ma un piccolo parlamento”.

La proposta di legge statutaria prevede una doppia votazione, per appello nominale, con maggioranza assoluta dei componenti. La seconda votazione può aver luogo solo a distanza di due mesi dall’approvazione in prima lettura. A maggioranza, con otto voti contrari ed un astenuto, la commissione Affari istituzionali ha espresso parere contrario. Il parere contrario alla proposta di legge ordinaria sulle disposizioni per l’elezione del Consiglio regionale è stato espresso all’unanimità, in assenza del consigliere Bianchi.

26/11/2019 17.22
Regione Toscana


 
 


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