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Regione Toscana
Regione. Sicurezza urbana: proposta legge Toscana, il dibattito
Gli interventi di Gabriele Bianchi (M5S), Massimo Baldi (Italia Viva), Jacopo Alberti (Lega), Monica Pecori (misto/Tpt), Andrea Pieroni (Pd), Paolo Marcheschi (Fdi), Andrea Quartini (M5S), Maurizio Marchetti (Fi), Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), Serena Spinelli (misto) e la replica dell’assessore Vittorio Bugli
Apprezzamenti sul testo che traccia una ‘via toscana’ ai temi della sicurezza nelle città, arriva dal consigliere del Movimento 5 stelle Gabriele Bianchi che osserva: “Mi auguro seguirà un costante monitoraggio per verificarne gli effetti”. La proposta, a detta di Bianchi, “potrà rafforzare gli organi di sicurezza oltre che tranquillizzare i cittadini”.

Dal consigliere di Italia Viva Massimo Baldi arriva la considerazione che “l’interpretazione del sentimento di sicurezza è il tema dei temi. In Toscana – precisa – non esiste un allarme”, e annuncia una serie di emendamenti per “offrire soluzioni” quali spinta al “decoro urbano”, “diffusione di una cultura della sicurezza”, “investimenti per raccordo integrato”, “valorizzazione del ruolo e delle figura della polizia locale”. “Su questo tema – conclude – tutto deve essere integrato”.

Un no “fermo e deciso” arriva dal portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti, che parla di una proposta “fumosa e inutile”, ricorda il testo presentato a suo tempo e intitolato “Tolleranza zero” e cita dati Istat che attestano le “criticità toscane in termini di aumento di furti, truffe, rapine”. “Questa proposta – conclude – non propone niente, dice tutto e il contrario di tutto, ipotizza cambiamenti per cambiare nulla”.

In disaccordo sul principio di “sicurezza partecipata” si dichiara Monica Pecori (gruppo misto/Tpt). La consigliera manifesta “perplessità sull’entrata di gruppi esterni” e si interroga su come si verifica l’attività svolta dalle associazioni di volontariato.

“Il tema è caldo da tempo, va affrontato con lucidità, coerenza e al riparo da ogni tipo di strumentalizzazione”, afferma Andrea Pieroni (Pd) che parla di “percorso originale avviato in Toscana”. “La sicurezza non si ottiene adottando solo una misura. È un mosaico di tessere. La sicurezza non è solo ordine pubblico ma uno spartito che si suona con politiche integrate” dichiara ancora citando gli interventi messi in campo negli anni tra i quali “sei milioni per progetti di videosorveglianza”. “La proposta in discussione è una cornice, un’opportunità di omogeneità e coerenza tra discipline” conclude.

Di “occasione mancata” parla Paolo Marcheschi (Fdi). “Questa proposta era molto attesa. C’era la possibilità di essere meno autocelebrativi e più incisivi”. “Il vostro modello – dichiara – è molto distante dalla realtà e la vostra sicurezza partecipata è la dimostrazione che avete fallito. Non avete saputo dare risposte a Comuni e polizia”.

Per Andrea Quartini (M5S) il testo in discussione è un “tentativo moderato di intervento”, è “dispersivo sul tema della sicurezza partecipata” e “carente sulle problematiche interne della polizia”. Nell’insieme, afferma, è un lavoro “sobrio”.

“I cittadini non si sentono sicuri e questo è un dato di fatto. I parchi pubblici sono di fatto espropriati e diventati piazze di spaccio”, afferma Maurizio Marchetti (Fi) che chiede “azioni più incisive”. “È sì importante trasmettere la cultura del decoro, della cittadinanza attiva e dell’integrazione, ma non basta”. Il testo, a detta del consigliere, è “leggero. Serviva più sostanza”.

Il testo presenta “luci e ombre” per il capogruppo Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori che, tra le luci, individua “l’assenza dell’ideologia dello sceriffo” e tra le ombre mette la “sicurezza partecipata”. Un “concetto indefinito che rischia di alimentare la percezione di insicurezza” dichiara.

Da Serena Spinelli (gruppo misto) la constatazione di due diversi approcci al problema a dimostrazione che “esiste la destra e la sinistra” e che il testo di legge ha fondamenta. “Non neghiamo elementi di disagio ma la sicurezza si ottiene con la coesione sociale, la presenza di servizi sul territorio. Si ottiene se non c’è abbandono, se ci sono scuole e punti di aggregazione” spiega.

“L’assessorato alla sicurezza esiste da questa legislatura e l’obiettivo è stato quello di costruire delle politiche specifiche, tenendo però presente che, per legge, è lo Stato che deve garantire la sicurezza e l’ordine pubblico”, dichiara l’assessore Vittorio Bugli in chiusura di dibattito. L’assessore ricorda che la legge regionale è il tassello finale di un percorso iniziato con il processo partecipativo e la sperimentazione di alcune iniziative, ad esempio la videosorveglianza, per la quale la Regione ha investito 5milioni e 800mila euro coprendo tutti i comuni della Toscana, e ventidue iniziative di rigenerazione urbana e commerciale di alcuni quartieri in diverse città, per una spesa di 715mila euro. “Osservo che nel percorso partecipativo –aggiunge – è mancato l’apporto di alcuni consiglieri che oggi, invece, hanno voluto darci lezioni”. La legge regionale “è riempita di cose già fatte” e fornisce ai sindaci delle linee guida per essere di supporto alle forze dell’ordine, le uniche che sono titolari di operare per la sicurezza. Allo stesso tempo, rende omogeneità alle funzioni della polizia locale”.

12/02/2020 11.24
Regione Toscana


 
 


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