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Regione Toscana
Occupazione demanio idrico: approvate disposizioni urgenti per accordi coi gestori
Il provvedimento passa a maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni. Approvato un ordine del giorno del Partito democratico per evitare eventuali impatti in tariffa
Il Consiglio regionale approva a maggioranza le nuove disposizioni urgenti in materia di occupazioni del demanio idrico dei gestori del Servizio idrico integrato. La legge passa a maggioranza nella seduta serale di martedì 21 dicembre, con 21 voti favorevoli e 12 voti contrari delle opposizioni.

Il provvedimento, come ha spiegato la presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis (Pd) detta disposizioni in materia di rilascio delle concessioni per l'utilizzo del demanio idrico ad opera dei gestori del Servizio idrico integrato, individua un percorso volto alla regolarizzazione degli importi dovuti per l’occupazione pregressa del demanio idrico, alla semplificazione della procedura di rilascio delle relative concessioni, all’individuazione delle modalità di comunicazione delle variazioni delle reti tecnologiche e degli impianti presenti sul territorio di riferimento di ciascun gestore del servizio idrico integrato.

La norma “si rende necessaria nelle more del completamento del processo di ricognizione e accertamento delle occupazioni del demanio idrico, ad opera degli impianti e delle reti per l’approvvigionamento” idropotabile, gestite dai Gestori del servizio idrico integrato. “La legge individua lo strumento dell’accordo di regolarizzazione relativa all’occupazione con decorrenza dal 2014”. Si registra infatti un “numero elevato di occupazioni senza titolo”, emerso con il passaggio della competenza della gestione amministrava dalle province alla Regione. Si intende così semplificare le modalità di rilascio delle relative concessioni e le modalità di comunicazione delle variazioni delle reti tecnologiche e degli impianti presenti sul territorio. Il termine per la sottoscrizione degli accordi è individuato nel 31 dicembre 2021. L'imposta regionale sulle concessioni statali per l'occupazione e l'uso dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile dello Stato è dovuta a decorrere dall'annualità di rilascio della concessione.

Secondo il consigliere Andrea Ulmi (Lega), “è importante che vengano rispettate correttamente disposizioni in atto tra Regione e ambiti idrici, ma metto in evidenza alcune anomalie. Conosco la realtà dell’acquedotto del Fiora: quando gli ambiti sono stati presi in carico dalle province, sono state apportate delle sanzioni. La sanzione erogata all’acquedotto del Fiora secondo noi non è dovuta”.

Il vicepresidente della commissione Ambiente, Alessandro Capecchi, ricorda che “la Toscana non aveva mai calcolato l’imposta sui canoni di concessione prevista già nel 1971. Ci si è svegliati negli ultimi anni, a partire dal 2014. Si tratta di un elevato numero di occupazioni senza titolo del demanio idrico emerse dopo il passaggio dalle Province alla Regione. Sostanzialmente, per decenni i gestori del servizio idrico integrato hanno occupato il demanio, non soltanto con gli scarichi, ma anche con la costruzione di palazzi e alberghi in totale violazione del regio decreto del 1924 e delle norme di sicurezza idraulica. Negli ultimi anni, sono stati molteplici gli interventi normativi su questa materia, che è molto complessa e molto delicata, anche dal punto di vista economico. Qui – aggiunge Capecchi – si fa una sorta di sanatoria, con accordi già contrattati coi soggetti gestori, un piccolo condono. Vedo che il Pd che chiede di evitare un aggravio sulle tariffe per i cittadini: il problema in realtà l’avranno i Comuni, che riceveranno meno utili dalla ripartizione dei dividendi”.

Il presidente della commissione Aree interne, Marco Niccolai (Pd) illustra l’ordine del giorno collegato alla proposta di legge: “Nasce da una valutazione rispetto all’impatto di queste somme oggetto del provvedimento. Non abbiamo la matematica certezza che vadano solamente su voci diverse dalle tariffe, perché questo sarà oggetto di un confronto tra i gestori e l’authority competente. Il tema è molto delicato, in particolare per i territori che hanno una minore densità abitativa, come le aree interne e montane. Abbiamo quindi ritenuto di accompagnare il varo di questo provvedimento complesso e articolato, con un ordine del giorno per evitare che eventuali e ancora del tutto ipotetici impati tariffari. Non potranno esserci aggravi eccessivi per le utenze delle aree con poca densità abitativa, che rischierebbero impatto elevato”.

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega), propone correzioni all’ordine del giorno, “che ho compreso ben poco. In Toscana, i cittadini residenti in aree a minore densità abitativa non sono soltanto quelli delle aree montane e interne. Lo trovo un errore abbastanza grossolano. Quanto al possibile aumento: abbiamo fatto una valutazione, approssimativamente si parla di 10milioni di euro, che i cittadini toscani si ritroveranno in tariffa. Sarebbe più opportuno individuare un criterio di equità, un tetto massimo all’aumento delle tariffe”. Sul nuovo testo di legge, Landi ritiene che si crei “un paradosso: la rete e gli impianti sono demanio pubblico inalienabile, gli impianti sono ubicati su terreni demaniali e la presente proposta di legge prevede che i gestori paghino un canone di concessione. Non dovrebbero essere i proprietari, cioè gli enti locali, a pagare e non i gestori? In Emilia-Romagna si prevede che il canone da corrispondere è relativo al solo prelievo della risorsa idrica”.

23/12/2021 17.41
Regione Toscana


 
 


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