Editoria
Giorgio La Pira e la pace nel mondo: incontro al Caffè delle Murate
Mercoledì 11 maggio alle 18 presentazione del nuovo saggio di Massimo De Giuseppe intitolato 'La diplomazia delle città. Giorgio La Pira e la Federazione mondiale delle città unite'
L’impegno del Sindaco Santo per la pace tra gli anni Sessanta e i Settanta sarà al centro di un incontro ospitato mercoledì 11 maggio alle 18.00 al Caffè Letterario Le Murate (Piazza delle Murate, Firenze). Nell’occasione i professori Patrizia Giunti, Bruna Bagnato e Giulio Conticelli presenteranno il nuovo saggio di Massimo De Giuseppe intitolato La diplomazia delle città. Giorgio La Pira e la Federazione mondiale delle città unite (ed. Polistampa). Saranno presenti l’autore e l’editore.
De Giuseppe, docente di Storia contemporanea nell’Università IULM di Milano, analizza nel suo testo la stagione meno studiata nella vita di Giorgio La Pira: un periodo che va dall’autunno del 1967, quando assunse la presidenza della Federazione mondiale delle Città gemellate, fino al 1974, anno in cui lasciò l’incarico. In uno scenario mondiale di importanti mutamenti, dominato dalle logiche della Guerra Fredda, La Pira si adoperò sempre per favorire il negoziato globale e la cultura dell’incontro, promuovendo il motto “unire le città per unire le nazioni”.
Questo libro analizza, a partire dalle fonti dirette, la stagione meno studiata nella vita di Giorgio La Pira. Il professore venne eletto a Parigi presidente della Federazione mondiale delle Città gemellate nell’autunno del 1967, due anni e mezzo dopo aver lasciato Palazzo Vecchio, e la guidò fino al 1974. In quegli otto anni di presidenza delle Città unite, un decennio se consideriamo il processo di avvicinamento, il mondo cambiò: mentre l’Ostpolitik europea si inseriva negli equilibri della distensione bipolare, il sistema Onu riaccoglieva la Cina e le crisi regionali – dal Viet Nam al Medio Oriente, dall’Africa all’America latina – incidevano sulle dinamiche globali della guerra fredda. Il tutto sullo sfondo del “lungo ’68” e della ridefinizione delle regole del gioco dell’economia globale e delle politiche di cooperazione. Attraverso questo turbinio di eventi e snodi, La Pira cercò di rimettere alla prova la “tesi fiorentina”, confrontandosi con nuovi attori e interlocutori, per disegnare una proposta originale del rapporto tra città, popoli, stati e organismi internazionali. La diplomazia delle città venne intesa da La Pira in senso alto, strumentale a favorire il negoziato globale e una cultura dell’incontro, in una stagione però segnata anche da difficoltà e di crescente isolamento politico in Italia. Un progetto che ci aiuta a capire il metodo di lavoro di La Pira e la sua geografia ideale, lungo l’asse est-ovest, nord-sud, promuovendo il motto “unire le città per unire le nazioni”.
09/05/2022 11.23
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