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Libri. Le 'Voci prime' di Cinzia Demi
Un romanzo che è un viaggio nella vite delle altre, ascoltando da uno sportello
C’è un fiore che, per sua natura e per tradizione parla di donne, di figli, di madri: il Giglio di mare. Si narra, infatti, che questo fiore sia nato dal latte perduto dalla divina Era, moglie di Zeus, mentre Ercole lo succhiava con troppa foga. Parte del liquido divino schizzò in cielo generando la Via Lattea e parte cadde sulle spiagge generando i gigli. Le storie di Sara, nate da incontri avvenuti nell’ambito del suo lavoro in Previdenza, raccontano di queste donne, di queste 'Voci Prime' raccolte da Cinzia Demi (ed. Minerva) che inevitabilmente si innestano con la sua.
«Sara, dopo la rinuncia ai sogni della giovinezza, per affrontare ciò che la vita reale le aveva imposto, aveva voluto provare a cimentarsi in un lavoro che quella vita reale, quella vita vera, gliela sbattesse di fronte ogni giorno, con tutte le sue problematiche, le sue fragilità, la sua umanità dolorosa quanto crudele. Era così riuscita a verificare lo spessore antropologico del dolore che diventava inevitabilmente, e ogni volta se ne accorgeva sempre di più, consequenziale allo stare al mondo, specie se declinato al femminile. Aveva capito che ogni donna che incontrava, che veniva a chiedere un aiuto, un diritto, e che era o era stata succube di violenza, fisica o psicologica, sociale o domestica, aveva quasi sempre un archetipo di riferimento con cui sovrapporsi per identificare il simbolo di quella violenza stessa, per riconoscerlo, per potersi confrontare fino quasi a confondersi con esso. Sara si poneva a fianco di ognuna di loro, si riconosceva in loro, in un’immagine di spalle, in un volto, in un’espressione o in un atteggiamento, e all’interno del suo ruolo lottava contro quei destini per restituire alle protagoniste un po’ di quella sicurezza mancante, di quel conforto necessario per superare le avversità, di quella serenità che era stata perduta e, in certi casi, neanche mai vissuta. Ma Sara, doveva lottare anche contro il proprio destino che, comunque, l’aveva beffata, le aveva negato quanto promesso, l’aveva abbandonata senza riserve. E da quest’abbandono, unito alla conoscenza delle vicende terribili e, per certi versi, simili alla sua, con cui veniva in contatto, erano riaffiorate consapevolmente insicurezze, paure, visioni diurne, fantasmi notturni, e mani, grosse mani a soffocarla, ad accompagnarla nella sua casa interiore, abitata dalla solitudine.»
Cinzia Demi, di Piombino, vive a Bologna, dove ha conseguito la Laurea Magistrale in Italianistica.
Dirige con Giancarlo Pontiggia la collana di poesia Cleide, (Minerva). Cura per il sito culturale italo-francese "Altritaliani" la rubrica Missione Poesia. Ha pubblicato per la poesia, la saggistica e la narrativa con Prova d’Autore, Raffaelli, Puntoacapo, Carteggi Letterari, Fara, Pendragon, Minerva.
Tra le pubblicazioni in poesia Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, 2009); Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2010); Ero Maddalena e Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri (Puntoacapo 2013, 2015): In nome del mare (Carteggi Letterari, 2017). Per la saggistica si ricorda il volume Ritratti di poeta. Cinque anni di Missione poesia e di Un thè con la poesia (Puntoacapo, 2019). Tra le pubblicazioni parodiche Incontriamoci all’Inferno, parodia di fatti e personaggi della Commedia (Pendragon, ultima edizione 2020). È stata tradotta in inglese, francese, romeno, ungherese, arabo. Collabora con la collana AltreScritture (Puntoacapo) per le traduzioni nelle lingue neolatine. Tra gli eventi che organizza: Un thè con la poesia, ciclo di incontri con la grande poesia contemporanea (Grand Hotel Majestic di Bologna); Populonia in Arte, Festival di poesia e arti varie (Comune di Piombino). Tra gli artisti con cui ha collaborato: Raoul Grassilli, Ivano Marescotti, Gabriele Marchesini, Diego Bragonzi Bignami. È presidente di EstroVersi, associazione di promozione dell’arte e della cultura.
18/05/2022 17.02
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