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Comune di Barberino Tavarnelle
Cinquant’anni per il cinema scavato nella roccia dai cittadini. A San Donato in Poggio riemerge la storia di uno spazio culturale che regala sogni da mezzo secolo
Dai cassetti della memoria affiorano i ricordi degli storici volontari che contribuirono alla costruzione del cinema: Piero Rodani, Ernesto Galgani, Daniele Salvietti, Filippo Ninci e Sonia Lensi. Il sindaco David Baroncelli: “il valore di alcuni di allora è riuscito ad affermarsi nel presente come patrimonio di molti, il senso del bene pubblico era ed è parte integrante del DNA di questa piccola grande comunità"
Il tempo passa, scorre inesorabile ma la storia di una comunità unita, la cultura e la passione per il volontariato non cambiano. Ieri, esattamente 50 anni fa, furono i cittadini residenti nel borgo di San Donato in Poggio, mossi da un profondo spirito di collaborazione e solidarietà, a decidere di unire le forze e costruire materialmente il cinema di via Senese scavando per anni nella roccia. Tutti insieme. Pala e picconi alla mano e tanta forza nelle braccia da investire nei ritagli di tempo, la sera dopo il lavoro, nei giorni di festa. Giovani e anziani, gli uni accanto agli altri, intenti a domare la collina, a plasmare le monumentali pietre di galestro che rendevano impenetrabile la terra chiantigiana.

Una sorta di favola moderna del mito di Re Artù letta al contrario in cui la magia della storia non si lega ad una spada da estrarre dalla roccia ma ad un 'excalibur' da affondare nella pietra bianca di San Donato in Poggio per ottenere la giusta pendenza e realizzare un progetto di vita collettiva. Oggi, con la stessa voglia di restituire vitalità e dinamismo ad un luogo che da mezzo secolo rappresenta un importante fulcro di socialità e aggregazione per tutto il paese, la rete dei volontari costituita da residenti di ogni età, coordinati da Tommaso Franceschini, presidente della Società Filarmonica Giuseppe Verdi, si adopera per rendere il cinema uno spazio di espressione artistica contemporanea.

E mentre si organizzano serate ed eventi culturali e ricreativi, fervono le idee per riempire e dare qualità al carnet che spazia dal cinema al teatro e alla danza, i volontari più anziani fanno emergere dai cassetti della loro memoria testimonianze, documenti e immagini che ripercorrono una stagione operosa, fatta di impegno civico, partecipazione democratica, rispetto per l'altro e la cosa pubblica, ricordi che fanno tornare a galla la gloriosa storia di un cinema che nasce, cresce e si realizza come il sogno culturale di una comunità intera.

A raccontarla sono proprio loro, i pilastri del volontariato che contribuirono alla creazione del nuovo cinema paradiso di San Donato in Poggio. L'edificio originario, sede della Società Filarmonica di Giuseppe Verdi, utilizzato per incontri ed eventi musicali, era preesistente e fu eretto intorno agli anni 20 del secolo scorso. Fu negli anni Sessanta che la comunità si mise all'opera per ampliare lo stabile e costruirvi una sala cinematografica. Con Piero Rodani si accendeva la magia del maxischermo nella sede della Filarmonica. “Ero a capo della sezione tecnica - rammenta - avevo poco più di 30 anni, gestivo le proiezioni nella cabina regia, cuore pulsante del neonato cinema del borgo, e lì mi divertivo a coltivare la mia grande passione per il cinema, poi sviluppata con il conseguimento del patentino di proiezionista, manovravo pellicole, pizze e proiettori d'inizio secolo, come fossero libri aperti sul mondo". Ernesto Galgani, animato da un forte interesse per la musica tanto da proporre la prima discoteca chiantigiana, si occupava della programmazione artistica. "Selezionavo le produzioni cinematografiche da proiettare nel weekend - rievoca - i grandi colossal italiani e stranieri, film western, drammatici, comici, horror, il più gettonato nella storia del nostro cinema resta il bellissimo, eterno "La dolce vita".

Daniele Salvietti, anche lui giovanissimo, dava una mano al bar e si alternava dietro il bancone con i suoi coetanei per accompagnare gli imperdibili pomeriggi al cinema con qualche bevuta e snack. "Sono il nipote di uno dei musicisti che alla fine dell'800 suonava nella Filarmonica - dichiara orgoglioso mentre indica nella foto ingiallita dal tempo il suo avo con la tromba stretta tra le mani - ho avuto l'onore, in memoria di mio padre che contribuì alla realizzazione del cinema, di tagliare il nastro del nuovo spazio nell'autunno del 1973". E poi ci sono Filippo Ninci, ex presidente della Filarmonica, e Sonia Lensi che, anche se all'epoca era solo un'adolescente, ricorda ciò che la famiglia fece per amore del paese. "Le tavole del palcoscenico del cinema sono state realizzate a titolo gratuito e volontario da mio padre e mio nonno - sottolinea fiera - che di mestiere facevano i falegnami, l'obiettivo comune che ci siamo ritrovati a condividere con entusiasmo fu il grande, ambizioso desiderio di costruire uno spazio di cui potessero fruire tutti, tradotto in realtà grazie al contributo di ognuno".

I cittadini di San Donato in Poggio, figli ed eredi culturali della Società Filarmonica "Giuseppe Verdi", istituita formalmente nel 1925, si attivarono (e non hanno mai smesso di farlo) per tenere in vita il loro cinema, lo spazio culturale sociale che quest'anno raggiunge la soglia d'oro del mezzo secolo di vita. "È una pagina straordinaria che lancia un ponte tra passato e presente - dichiara il sindaco David Baroncelli - la testimonianza concreta di cosa significhi fare comunità, un luogo che oggi vive di una luce tutt'altro che riflessa, costruita, rafforzata, stimolata ogni giorno da tante persone e da un gruppo di giovani molto attivo".

"Azioni e gesti di questo mosaico nascono da un profondo senso di responsabilità - continua il primo cittadino - trasmesso spontaneamente di generazione in generazione, il valore di alcuni di allora è riuscito ad affermarsi nel presente come patrimonio di molti, il senso del bene pubblico era ed è parte integrante del DNA di questa piccola grande comunità". Il tempo passa, la storia non cambia. Sotto gli occhi del ventenne Taddeo Lensi, volontario della Società Filarmonica, che osserva ed ascolta, ammirato, le testimonianze degli anziani. "Il volontariato è un valore che dà pienezza alla vita e da chi mi ha preceduto non ho altro che da imparare ma ciò che sento per il mio paese, un bene viscerale, è la vera fonte di ispirazione".

24/02/2023 8.38
Comune di Barberino Tavarnelle


 
 


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