Regione Toscana
Regione: via libera alla prima variazione di Bilancio, 46,92milioni per la sanità
Il provvedimento passa a maggioranza con 23 voti a favore e 12 contrari. Bugliani: “Modifiche agli stanziamenti di spesa, che lasciano sostanzialmente inalterati i volumi complessivi del bilancio”. Approvato un ordine del giorno sul progetto ‘Vita indipendente’ presentato da Irene Galletti. Il dibattito in Aula
Il Consiglio regionale della Toscana vara la prima variazione al Bilancio di previsione finanziario 2023-2025, annualità 2023 della Regione (approvato con legge regionale 46/2022). Il provvedimento passa a maggioranza, con 23 favorevoli e 12 voti contrari. Come illustrato in Aula dal presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani, si tratta di “modifiche agli stanziamenti di spesa, che lasciano sostanzialmente inalterati i volumi complessivi del bilancio. La ratio è riacquisire risorse per garantire l’equilibrio economico al bilancio consolidato del sistema sanitario regionale”. Si tratta di una “traslazione di risorse per 46,92milioni di euro, che passano dal titolo spese correnti a spese in conto capitale. Circa 9,07milioni di euro sono recuperati dalla disponibilità dei fondi di riserva, mentre il resto, 37,85milioni di euro, da risorse regionali di spesa corrente accantonate a garanzia del pagamento delle rate di mutuo del servizio sanitario”. La nuova legge entrerà in vigore il giorno della pubblicazione sul Bollettino ufficiale (Burt).
“Si tratta sostanzialmente di uno storno, al fine di recuperare risorse necessarie ad assicurare l’equilibrio economico del bilancio consolidato”, dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci, in apertura del dibattito. “È noto a tutti come si sia arrivati alla copertura del disavanzo di circa 500milioni di euro – prosegue Casucci –: 390milioni previsti dal payback per i dispositivi medici, l’indebitamento previsto dalla legge finanziaria per il 2023 di circa 48milioni e circa 10milioni con l’aumento del bollo auto. La questione del payback resta aperta: la Regione non ha ancora riscosso e sono molte le aziende che hanno fatto opposizione al provvedimento nazionale e alla richiesta di pagamento della Regione. Il governo nazionale ha varato un provvedimento normativo che garantisce alle Regioni circa il 50 per cento della copertura: per la Toscana 206milioni. La Regione ha mandato la richiesta di pagamento alle aziende: se fanno ricorso e perdono, devono pagare tutto, oppure in alternativa possono rinunciare al ricorso e accettare di pagare l’ammontare ridotto del 50 per cento. Nel 2024, ci sarà il redde rationem”. I conti, dice ancora il vicepresidente, “si chiudono in ordine anche grazie all’intervento del governo nazionale”. E annuncia il voto contrario del gruppo: “La nostra è una decisione politica, vediamo una sostanziale mancanza di programmazione, il Consiglio regionale è ormai relegato a un ruolo di passacarte. C’è bisogno di discontinuità politica, elenchiamo cinque priorità. Aggiornamento e revisione normativa socio sanitaria, nuovo piano infrastrutturale, nuovo modello di gestione dei servizi pubblici locali, trasparente e attenta gestione risorse europee e per ultimo il regionalismo differenziato. Chiediamo una revisione dello Statuto regionale, del regolamento e della legge elettorale”.
Secondo Elisa Tozzi, “siamo di fronte all’ennesimo intervento sui bilanci della sanità, l’emergenza è ormai costante. L’intervento è di natura tecnica, ma connotato di significati politici”. La consigliera propone un “focus sugli interventi sulla sanità regionale dal novembre 2021: sono stati stanziati 53milioni nel novembre 2021; 65milioni nell’aprile 2022, 38milioni a giugno 2022, oggi altri 47milioni. Siamo a 203milioni che il Consiglio regionale ha già messo nella sanità e nel bilancio di previsione c’è un aumento di circa 427milioni rispetto al 2022. Se andiamo a vedere bilanci preventivi Asl – prosegue Elisa Tozzi –, in particolare quello dell’Asl Toscana Centro, su cui il collegio dei revisori esprime parere contrario. Dobbiamo domandarci dov’è che il sistema ha necessità di essere corretto. Affrontiamo in modo strutturale una situazione di profonda criticità, la cronica mancanza di risorse, il disavanzo strutturale. Serve una lungimirante programmazione. Intanto, di fronte a una sanità lumaca, i pazienti corrono verso i privati. Non riusciamo a dare risposta ai livelli essenziali di assistenza. Fino al 2025 sarà nostro compito approfondire cosa stia accadendo”.
“Mancano tante risorse per la sanità, non solo in Toscana. Tutti i sistemi sanitari del nostro Paese risentono dei costi per il Covid e per il caro energia. Per la Toscana si tratta di 291milioni di spese aggiuntive, 239 per il Covid e 52 per la crisi energetica”, dichiara la consigliera Anna Paris. “L’intervento del governo nazionale è necessario. Noi forniamo servizi ai nostri cittadini, servizi che non si devono togliere per andare più che mai verso il privato. Stiamo facendo il massimo, vogliamo il servizio pubblico, abbiamo drenato risorse per coprire una perdita residua”.
Secondo il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni si tratta di condurre “una battaglia su due livelli. Il tema politico è la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Nei prossimi anni serviranno risorse al sistema sanitario e non è un problema solo toscano. Il livello di finanziamento del sistema sanitario nazionale è insufficiente, dal 2010 in poi è in atto un definanziamento. In tutto il mondo si misura l’adeguatezza sulla base del Pil del Paese: nel periodo ante Covid, l’Italia stanziato per la sanità il 6,4 per cento del Pil, contro il 9,8 per cento della Germania, il 9,3 della Francia, il 7,8 del Regno Unito. Le previsioni ci dicono che nei prossimi anni, in Italia, si scenderà al 6,3 del 2024 e al 6,2 per cento nel 2025. Questo il dato oggettivo che attiene alla sostenibilità del servizio. Dobbiamo andare a controllare come funziona la sanità toscana, migliorare sistema di governance organizzativo, controllare i bilanci, ma la battaglia da affrontare è questa”. Su due livelli, sostiene il presidente: “Riconoscere che c’è un problema di finanziamento del sistema sanitario nazionale, sapendo che non sarà facile trovare quei soldi; migliorare ed efficientare il sistema sanitario regionale, controllare in maniera ferma e ferrea i direttori generali. Altrimenti – conclude Sostegni – tra qualche anno il sistema non sarà più capace di dare le risposte che servono ai cittadini”.
Secondo il consigliere Diego Petrucci, “se ci fosse onestà intellettuale da parte della maggioranza, si dovrebbe cominciare con un grazie al governo nazionale, perché senza quei duecento milioni questa variazione non l’avremmo fatta, ci sarebbe stato il commissariamento della sanità toscana”. Petrucci giudica “il disastro del sistema sanitario regionale toscano, con 850milioni di euro di sforamento prodotto dalla gestione Rossi. Nessun’altra Regione ha sforato la spesa in maniera così devastante. Si parla di servizi ai cittadini, ma si deve parlare anche delle tantissime poltrone riservate agli amici: nella sanità toscana ci sono oltre duemila posizioni dirigenziali, 704 nell’Asl Toscana Centro, 768 nell’Asl Toscana Sud Est, 120 primari a Careggi e 122 a Cisanello. Primari selezionati con metodi che hanno portato all’allontanamento del dg di Careggi e alla sospensione del dg del Meyer. E dopo aver devastato il sistema, si è creata frattura profonda nel settore medico, tra ospedalieri e universitari. Avremmo voluto un dibattito ampio in Consiglio sulla gestione delle liste di attesa – conclude il consigliere –, dopo che è diventato pubblico ciò che la Corte dei Conti ha detto riguardo a come vengono gestite in Toscana le liste d’attesa e le liste bloccate”.
“Il governo non ha aumentato i fondi per la sanità, il nuovo Def prevede una riduzione rispetto al fondo sanitario nazionale. La Toscana e l’Emilia continuano ad essere tra le migliori, erogano non solo servizi di tipo sanitario, ma anche di tipo sociale”, replica la consigliera Donatella Spadi. “La ricerca deve essere finanziata, spero che la Regione continui ad andare avanti su questa strada, stiamo facendo tante azioni di razionalizzazione, che sono utili e appropriate. Sul numero dei primari ho sentito solo slogan. Questa variazione è di tipo tecnico, in Toscana abbiamo speso un po’ di più e ne vado orgogliosa, l’abbiamo fatto per tutti i cittadini della nostra Regione”. Per il vicepresidente della commissione Sanità, Andrea Ulmi, “la percentuale sul Pil è scarsa, il livello è ridotto rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea. In Toscana il governo è sempre stato lo stesso, tutto nasce dal buco di bilancio di Massa del governo Rossi e da lì non siamo più stati più in grado di recuperare. Concorsopoli è tuttora una questione sulla quale nessuno di noi vuol precorrere i tempi, ne potremo parlare solo all’ultimo grado di giudizio, però è vero che c’è un incastro tra gli universitari che fa in modo che coloro che non finiscono nelle docenze vanno a fare i primari”. Il capogruppo Francesco Torselli interviene “perché sento appelli alla serietà del confronto, poi il presidente Giani lascia l’Aula e parla in sala stampa già della prossima variazione di bilancio, mentre la massima assemblea della Toscana sta parlando di quella oggi all’ordine del giorno. Questa non è serietà, non è un atto rispettoso nei confronti dell’assemblea legislativa”.
L’assessore regionale al Diritto alla Salute, Simone Bezzini, ha ricordato che nelle settimane scorse il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ha consegnato ai ministri dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e alla Salute, Orazio Schillaci, una lettera “per chiedere il riconoscimento di un finanziamento aggiuntivo alle Regioni di almeno 5 miliardi al fine di garantire la tenuta del sistema”. “Si tratta di una richiesta bipartisan sottoscritta da tutte le Regioni – ha detto Bezzini – che testimonia come la questione del sottofinanziamento e le difficoltà nell’erogare i servizi ai cittadini siano condivisa da tutti. È chiaro che l’accelerazione di alcuni fenomeni degli ultimi mesi, come la dinamica inflattiva legata al costo dell’energia, la necessità di recuperare le liste di attesa, la copertura dei rinnovi contrattuali, stiano accelerando le difficoltà finanziarie. Per questo se vogliamo essere coerenti con le dichiarazioni a sostegno della sanità pubblica, dovremmo dare vita a una mobilitazione comune per chiedere il finanziamento ulteriore nei termini espressi dalla conferenza delle Regioni”. Sulla questione del payback, Bezzini ha ribadito che “deve essere garantito il gettito maturato sulla base della normativa vigente dal 2015 a oggi”, mentre per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza ha sottolineato come “i dati pubblicati dal Ministero della Salute collochino la Toscana al secondo posto in Italia per garanzia dei Lea”.
Tre gli ordini del giorno legati alla variazione di Bilancio presentati dalla consigliera Irene Galletti. Approvato all’unanimità l’atto sul consolidamento strutturale del progetto ‘Vita indipendente’. L’ordine del giorno impegna la Giunta a “istituzionalizzare con legge il progetto come diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società con la stessa libertà di scelta delle altre persone in tutti gli aspetti del vivere sociale”. Il progetto ‘Vita indipendente’, ha precisato Galletti, “ha ricevuto sostegno dalla Regione, ma non nella modalità che tante associazioni hanno chiesto, ovvero con una continuità che permetta di predisporre progetti di lunga durata. Per questo è importante dare vita a una proposta legislativa che li rassicuri”. Gli altri due ordini del giorno, che riguardavano il sistema di prenotazione delle liste di attesa e il sistema di assistenza in continuità territoriale, sono stati respinti.
19/04/2023 17.25
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