Il Museo Sant’Orsola è situato nel quartiere storico di San Lorenzo a Firenze, in una parte dell’omonimo ex convento attualmente in fase di riqualificazione. In attesa dell’apertura ufficiale prevista per il 2026, il Museo Sant’Orsola organizza una serie di mostre che invadono gli spazi del cantiere e invita artisti contemporanei a portare il loro sguardo sul monumento e sulla sua storia.
Queste mostre preannunciano la singolare direzione che prenderà questa nuova realtà culturale fiorentina, concepita come un crocevia tra un museo storico, archeologico, di belle arti e un centro d’arte contemporanea con una propria collezione di opere del XXI secolo.
Per
Rivelazioni, seconda mostra del museo “in costruzione”, le artiste Juliette Minchin e Marta Roberti sono state invitate a rivolgere il loro sguardo personale sul monumento storico e a creare delle opere d’arte site-specific. Ciascuna delle artiste ha scelto due diversi spazi del cantiere.
Juliette Minchin ha lavorato nell’ex spezieria e nella cosiddetta chiesa “esterna”, un tempo aperta ai non conventuali per alcune cerimonie religiose.
Marta Roberti, invece, ha lavorato in parte delle cantine sotto l’ex infermeria e nella chiesa “interna”, che era riservata esclusivamente alle monache.
Ispirandosi ai racconti delle vite dei santi che circolavano tra le mura dei conventi, Marta Roberti ha realizzato Aure: una serie di immensi e delicati disegni che rivestono la chiesa di Sant’Orsola e che sembrano emergere dall’intonaco come frammenti di affreschi ritrovati.
Le sue opere capovolgono la tradizionale iconografia religiosa ed esplorano il rapporto tra il divino, il femminile e l’animale. L’artista trasforma l’antica aula ecclesiastica in un luogo di contemplazione e meditazione personale, offrendoci la sua versione immaginaria di una cella monastica.
Lo spettatore è invitato a esplorare mondi diversi in cui i confini e le distinzioni tra gli esseri viventi non esistono più. La riflessione di Marta prosegue nei sotterranei di Sant’Orsola, dove è riunita una selezione dei disegni incisi su carta grafite e retroilluminati (a volte animati da video in stop motion) che ci colpiscono come epifanie luminose.
Per lo spazio della prima chiesa del convent Juliette Minchin ha immaginato un’installazione che si dispiega attorno allo scavo archeologico (2014). I suoi drappeggi e veli in cera avvolgono l’architettura: il fondo della sala e le finestre si animano, come percorsi da un nuovo soffio vitale.
L’artista sembra resuscitare il teatrale e fugace passato barocco del convento, di cui non esiste più traccia tangibile sin dal '900. Nell’antica spezieria, invece, è una veglia quella che l’artista mette in scena. Attorno ai pilastri dell’ambiente Juliette Minchin ha sospeso dei pannelli ricoperti di cera e stoppini che verranno accesi e si scioglieranno ogni giorno per offrire al visitatore uno spettacolo di silenziosa creatività, sempre mutevole.
Le forme, la luce e il profumo della cera bruciata propongono al visitatore un’avvolgente esperienza sensoriale ed emotiva, in riferimento ai rituali liturgici e di guarigione praticati nel passato proprio in quel luogo.
Mostra a cura di Morgane Lucquet Laforgue, Direttrice del Museo Sant’Orsola.
Orari di apertura per i mesi di settembre - ottobre:
lunedì venerdì: 14.30 – 18.30
sabato e domenica: 9.00 – 18.30
ultimo ingresso alle 17.45
chiuso il martedì.
Per visite guidate:
info@museosantorsola.it
Antico Convento di Sant’Orsola
Via Guelfa, 21, Firenze