Regione Toscana
Consorzi industriali: passa in commissione proposta di legge Pd-M5s
Licenziato a maggioranza (a favore Pd e M5s, contrari Lega e FdI) il testo presentato a firma Noferi, Anselmi e Ceccarelli per favorire la reindustrializzazione dei territori
La commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Partito democratico) ha licenziato martedì 10 dicembre 2024, la proposta di legge per la “costituzione e il funzionamento dei consorzi di sviluppo industriale finalizzati alla realizzazione di poli per specifici settori industriali. Strumenti per il sostegno a recupero cooperativistico d’impresa e del tessuto economico e sociale del territorio”. L’atto normativo, che passa ora all’esame definitivo del Consiglio regionale nel suo complesso, è stato presentato a firma di Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), Gianni Anselmi e Vincenzo Ceccarelli (Partito democratico), emendato in commissione dagli stessi gruppi che l’hanno proposto, e licenziato con il voto favorevole di Pd e M5s e il voto contrario di Lega e Fratelli d’Italia.
La proposta di legge, che nelle intenzioni dei proponenti nasce per affrontare situazioni come quella della ex Gkn di Campi Bisenzio, “definisce e disciplina l’assetto, l’organizzazione e il funzionamento dei Consorzi di sviluppo industriale finalizzati a supportare processi innovativi, ad alto impatto tecnologico, capaci di rispondere alle esigenze del territorio e della comunità locali”, e a sostenere la realizzazione di poli per specifici settori strategici tra cui quelli della mobilità leggera e delle energie rinnovabili. S’intende inoltre, come si legge nella relazione illustrativa della proposta di legge, “favorire la nascita e lo sviluppo di società cooperative, sostenere lo sviluppo economico, salvaguardare i livelli occupazionali e incentivare la ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici di aziende in situazioni di crisi, con problemi di ricambio generazionale nella proprietà familiare o a rischio di delocalizzazione”. Per perseguire questi obiettivi, si ritiene necessario “intervenire con azioni di riqualificazione infrastrutturale nelle aree industriali dislocate sul territorio regionale, creando le condizioni per nuovi insediamenti produttivi e favorendo i processi di riconversione delle aziende esistenti”.
La costituzione dei Consorzi può essere promossa da vari enti e istituzioni operanti nel territorio, come la Regione, la Città metropolitana, le Province, i Comuni, le camere di commercio e altri organismi pubblici e di ricerca. La costituzione di un consorzio richiede l'approvazione della Giunta regionale. Tra le funzioni, al fine di promuovere la reindustrializzazione e l’insediamento di nuove attività produttive nel territorio, la facoltà dei Consorzi di “individuare e acquisire, anche su proposta della Regione, aree industriali e immobili destinati alla produzione, con priorità per il recupero e l'ampliamento delle aree dismesse”; “valorizzare e gestire le aree produttive individuate dagli strumenti urbanistici degli enti locali consorziati, provvedendo alle opere di urbanizzazione necessarie”; “favorire l’insediamento di nuove imprese, promuovendo le condizioni per la creazione e lo sviluppo delle attività produttive”; “agevolare, in caso di crisi industriali, la cessione dell’azienda o di rami d’azienda ai lavoratori o a cooperative da essi costituite, per favorire la continuità dell’attività”. Regione, Comuni e altri enti potranno affidare ai consorzi la manutenzione e gestione delle opere di urbanizzazione e delle infrastrutture nelle aree industriali, stipulando convenzioni specifiche.
La Regione intende così rafforzare la propria capacità attrattiva per nuovi investimenti, “dotandosi di strumenti che agevolino la riorganizzazione delle aree produttive dismesse e che incentivino la collaborazione tra enti territoriali e soggetti privati”.
La vicepresidente della commissione Sandra Bianchini (Fratelli d’Italia), ha confermato la contrarietà del proprio gruppo “su questa proposta di legge, che giudichiamo pericolosa e i cui emendamenti sono ancora peggiori del testo iniziale. A nostro giudizio, si è persa un’occasione per fare una proposta di legge utile e realmente in linea con le esigenze del mercato e dei lavoratori. La Regione – ha aggiunto – non può essere allo stesso tempo controllore e controllato. E poi c’è il tema dell’esproprio”.
I Consorzi, si legge nell’articolato del testo normativo, potranno “proporre provvedimenti espropriativi agli enti territorialmente competenti”, provvedimenti per i quali “resta ferma la competenza dei Comuni nelle funzioni amministrative relative alle espropriazioni per pubblica utilità”.
Contraria anche la capogruppo della Lega, Elena Meini: “Si dovrebbe ripensare interamente questo testo. Per com’è scritta, sono convinta che la proposta di legge dia un’interpretazione errata dell’iter procedurale dell’esproprio. E invito tutti a leggere la lettera che Confindustria ha scritto a tutti i commissari. Questa proposta di legge va riscritta, in accordo con chi in questi distretti ci lavora. Abbiamo perso l’occasione di fare una legge che vada incontro ai distretti industriali della Toscana”.
Il presidente Gianni Anselmi, tra i firmatari della proposta di legge, ha osservato che “c’è ancora tempo per tutti di presentare proposte migliorative di qui all’esame dell’Aula” e ha precisato che “con questo testo, proponiamo strumenti potenziali di politica industriale. Di fronte al protrarsi di crisi, come quella del settore moda, l’errore più grande sarebbe stato non fare. L’attivazione del Consorzio non determina automaticamente procedure di esproprio: il Consorzio può proporre, ma la proposta non è coercitiva nei confronti del Comune”. Quanto alla lettera di Confindustria, “la posizione, emersa anche nelle consultazioni, avanzava elementi non di contrasto, ma di cautela”. Quanto alla partecipazione della Regione al consorzio, “è uno dei punti che a nostro giudizio qualificano il provvedimento”.
11/12/2024 10.37
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