Comune di Barberino Tavarnelle
Barberino Tavarnelle, L’esperienza dei migranti della rotta balcanica di Trieste raccontata nel volume “La rivoluzione della cura”. Questa sera la presentazione del libro con l’autore Massimo Orlandi
Saranno presenti anche il sindaco David Baroncelli, il provveditore della Confraternita di Misericordia Paolo Naldini e l’assessora regionale Serena Spinelli
Ospite d’eccezione della serata Marianna Buttignoni dell’associazione Linea d’Ombra di Trieste che dal 2019 cura i piedi martoriati dei migranti dopo il lungo viaggio dai loro paesi d’origine
Si inserisce nell’ambito della mostra fotografica “Trieste, incroci di vite”, inaugurata alcuni giorni fa negli spazi comunali della ex biblioteca di Tavarnelle, la presentazione del libro “La rivoluzione della cura. L’esperienza della piazza del Mondo” (edizioni Romena 2024) di Massimo Orlandi, giornalista, scrittore, nonché uno dei fondatori della Fraternità di Romena in Casentino (Arezzo). All’iniziativa, che si terrà questa sera, venerdì 3 gennaio alle ore 21.15, prenderanno parte l’autore Massimo Orlandi, il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, il provveditore della Confraternita di Misericordia di Barberino Tavarnelle Paolo Naldini, l’assessora regionale Serena Spinelli e, quale ospite d’eccezione, Marianna Buttignoni dell’associazione Linea d’Ombra di Trieste. L’iniziativa “Trieste, incroci di vite” è promossa e organizzata dalla Confraternita di Misericordia di Barberino Tavarnelle con il patrocinio e la collaborazione del Comune. Il volume racconta l’esperienza della “piazza del Mondo” di Trieste dove si accolgono i migranti della rotta balcanica e dove una donna, Lorena Fornasir, cura loro le ferite dei piedi, martoriate dopo il lungo viaggio da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Siria e Bangladesh.
Può bastare un gesto per rimettere in moto la vita di un essere umano. Nella piazza della Libertà di Trieste, ribattezzata “Piazza del Mondo”, una donna, Lorena Fornasir, cura i piedi martoriati dei migranti della rotta balcanica, in arrivo dopo estenuanti cammini da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Syria, Bangladesh. Insieme a lei e a suo marito Gian Andrea Franchi, gli attivisti dell'associazione Linea d’Ombra e di altre realtà provenienti da ogni parte d’Italia si mettono in gioco, non solo per rispondere alle esigenze primarie di queste persone, ma anche per immaginare, insieme, una società diversa.
Il gesto della cura dei piedi è l’emblema simbolico della “rivoluzione della Cura” evocata nel titolo, come sottolinea Domenico Iannacone, giornalista e conduttore televisivo, nella prefazione del libro: “Lorena - scrive - compie il suo gesto quotidiano con una semplicità e un altruismo disarmanti, scardinando i pregiudizi e le propagande populistiche che alzano barriere e segnano confini. Le sue mani, toccando quei piedi martoriati, ricompongono il corpo sociale dell’umanità. Il suo impegno civile ci riconnette con quella che dovrebbe essere la natura accogliente dell’essere umano. Senza che noi ce ne accorgiamo, questa donna cura anche le nostre ferite, le infezioni profonde della nostra anima, permettendoci di salvarci e, forse, di rinascere come persone nuove.”
“La rivoluzione della Cura” percorre l'itinerario personale di Lorena Fornasir e Gian Andrea a partire dall’inizio della loro attività con i migranti, nel 2015, a Pordenone, prosegue con le loro missioni in Bosnia, e poi si concentra sull’attività nella piazza di Trieste dove ogni sera, dal 2019, Linea d’Ombra e tante altre realtà della società civile italiana accolgono e curano i migranti. Il percorso del libro si snoda in un susseguirsi di storie e di incontri, mettendo al centro quegli incroci speciali di umanità che avvengono nella “Piazza del mondo” e che mostrano tutta l’energia e la bellezza che possono sprigionare gli incontri tra le persone.
Oltreché raccontare una esperienza di grande valore umano, “La rivoluzione della Cura” vuol dunque mostrare la bellezza di un’umanità che si rigenera nel momento in cui accetta di mettere al centro l’altro, i suoi bisogni: “Occuparsi dei migranti, accoglierli, permettere loro di andare dove vogliono - dice Gian Andrea Franchi – non è fare semplicemente del bene, ma è cercare di organizzare forme di vita comune che siano basate sul prenderci cura gli uni degli altri”. La piazza diventa così un laboratorio di futuro, un luogo dove la vita autentica torna a mostrarsi e dove possiamo ritrovare una direzione possibile al nostro desiderio di umanità.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
03/01/2025 9.46
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