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Comune di Firenze
Robert Doisneau, il fotografo poeta
Mostra a Castelfiorentino, presso il Centro Culturale CAMBIO dal 4 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026
Ci sono fotografie che entrano nel nostro immaginario collettivo e non ne escono più, perché sanno condensare un tempo, un sentimento, un’intera epoca. Tra queste, “Il Bacio” di Robert Doisneau occupa un posto unico: lo scatto che ha raccontato al mondo la rinascita di Parigi dopo le ombre della Seconda guerra mondiale è diventato un’icona universale di amore, libertà e speranza. Proprio da quell’immagine – simbolica e struggente – prende avvio la grande mostra “Robert Doisneau, il fotografo poeta”, che dal 4 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026 arricchirà gli spazi del Centro Culturale CAMBIO di Castelfiorentino, grazie alla Fondazione Cambiano che ha promosso l’esposizione, prodotta da Opera Laboratori che ha curato organizzazione e allestimento.

L’esposizione raccoglie circa cento fotografie in stampe di grande formato, provenienti dall’Atelier Robert Doisneau e riunite in un catalogo prezioso curato da Patrick Ansellem e Atelier Doisneau ed edito da Sillabe. Una selezione che permette di compiere un vero viaggio nel cuore del Novecento e nella Parigi che, attraverso lo sguardo ironico e tenero del fotografo, rivive nella sua doppia dimensione: la città luminosa dei boulevard e quella più intima e popolare delle periferie.

“Ciò che rende unica la visione di Doisneau – spiega il curatore della mostra, Patrick Amsellem – è la sua capacità di catturare attraverso l’obiettivo e di svelare la poesia racchiusa nei momenti ordinari della vita quotidiana, in un gesto semplice, in uno scambio di sguardi o in una scena di strada apparentemente banale”. Poi, aggiunge: “La mostra è un invito a intraprendere un viaggio nel Novecento di Doisneau, il viaggio di un fotografopoeta che posa il suo sguardo ispirato sull’asfalto delle strade di Parigi e della sua periferia”.

La mostra sarà inaugurata sabato 4 ottobre alle ore 17. Sarà l’occasione per incontrare da vicino l’universo di Doisneau, maestro capace di trasformare scene apparentemente banali – un gesto, uno sguardo, un incontro di strada – in racconti poetici e universali. Le sue fotografie, sospese tra reportage e arte, colpiscono per la capacità di coniugare umorismo e delicatezza, nostalgia e modernità, offrendo un ritratto della vita urbana intriso di umanità.

“La sua eredità – conclude Amsellem - perdura ancora oggi, ispirando fotografi e artisti di tutto il mondo. Il suo approccio umanista alla fotografia, la capacità di cogliere l’attimo e di raccontare storie visive continuano a risuonare nella nostra società moderna. Ouesta mostra permette di scoprire l’opera di Doisneau, in cui poesia e fotografia si incontrano per celebrare la vita in tutto il suo splendore”.

Accanto alle celebri immagini di vita quotidiana, il percorso espositivo propone anche i ritratti che Doisneau realizzò ai suoi amici e compagni di strada – poeti, scrittori, pittori, scultori, registi – figure come Jacques Prévert, Picasso, Jacques Tati, Alberto Moravia, Blaise Cendrars e Curzio Malaparte. Testimonianze di un intreccio costante tra fotografia e altre arti, che restituisce il ruolo di Doisneau non solo come osservatore privilegiato della sua epoca, ma anche come protagonista attivo della scena culturale europea.

“Abbiamo visto – precisa Francine Deroudille, figlia del fotografo - solo il backstage del lavoro di mio padre, ma lui era un narratore nato e i racconti delle sue giornate e dei suoi incontri ci hanno dato la sensazione di far parte di una vita eccezionale. Oggi, 450.000 negativi testimoniano questa vita. Una falsa testimonianza, diceva lui, e senza dubbio non aveva torto. La fotografia è l’arte dell’illusione. Ma che importanza ha? Condividere una visione può aiutarci ad affrontare la realtà. A volte a ri-incantarla”.

“Robert Doisneau, il fotografo poeta” è dunque molto più di una retrospettiva: è un invito a riscoprire, attraverso l’occhio di un grande artista, la forza dei gesti semplici e delle emozioni autentiche. Le sue immagini, tanto più preziose oggi, parlano a chiunque sappia cogliere la bellezza delle piccole cose e ci ricordano quanto la fotografia possa essere uno strumento potente di memoria, di racconto e di poesia.
“Accogliere Doisneau al Centro Culturale CAMBIO è un onore e un segno della rotta che abbiamo scelto. – commenta Paolo Regini, Presidente di Banca Cambiano 1884 ed Ente Cambiano - Con Ente Cambiano e Banca Cambiano 1884 investiamo da tempo in un progetto di lungo periodo: fare di Castelfiorentino un polo della fotografia, luogo di studio, di divulgazione per i giovani e di tutela della memoria. Oggi questo percorso trova una casa nel Centro Culturale CAMBIO e un’accelerazione nella Fondazione Cambiano, che lo raccoglie e lo rafforza, portandolo avanti in tutte le sue specificità. La fotografia – ce lo ricorda Doisneau – custodisce i gesti semplici e ci restituisce il sapore degli anni: questa mostra è un passo concreto in quella direzione”.

La Fondazione Cambiano e il Centro Culturale CAMBIO offrono così agli appassionati d’arte e alle nuove generazioni l’opportunità di avvicinarsi a un’opera che, pur appartenendo al secolo scorso, continua a ispirare e a interrogare il nostro presente. Robert Doisneau rimane, a tutti gli effetti, il fotografo che meglio di chiunque altro ha saputo rivelare l’anima nascosta della vita quotidiana.

Biografia

Robert Doisneau (Gentilly, 1912 – 1994) è stato un fotografo francese celebre per il suo sguardo poetico e umanista sulla vita quotidiana, in particolare nelle strade di Parigi. Formatosi come litografo, si avvicina alla fotografia alla fine degli anni ’20, lavorando prima con il pubblicitario André Vigneau e poi come fotografo industriale per Renault. Già negli anni ’30 inizia a documentare la periferia parigina, vendendo i suoi scatti alle riviste in crescita. Durante la Seconda Guerra Mondiale partecipa alla Resistenza, falsificando documenti. Nel dopoguerra riprende l’attività fotografica, lavorando anche per Vogue, e pubblica il suo primo libro, La Banlieue de Paris (1949). Negli anni ’50 entra nel Group XV, collettivo dedicato alla ricerca fotografica. La sua carriera prosegue con coerenza e passione, costruendo un’opera fatta di ironia, empatia e spirito critico, in cui tradizione e anticonformismo convivono con naturalezza.

06/10/2025 12.35
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