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BARBERINO VALDELSA: BOCCONI AVVELENATI
L’appello del comandante dei vigili urbani: "Fate le denunce"
In merito alle notizie riportate nei giorni scorsi da alcuni quotidiani locali, su episodi di avvelenamenti di cani, sono doverose alcune precisazioni che facciano chiarezza su quanto è accaduto. Le notizie sono state riportate in modo distorto e strumentale.
Il territorio del Comune di Barberino è stato indicato come zona dove il fenomeno si verifica con frequenza e gravità anche se le località riportate non appartengo al nostro Comune, le località di Spoiano, Ripalta e San Martino, infatti, ricadono nei comuni di Tavarnelle Val di Pesa, Certaldo e Poggibonsi.
Le località indicate se aggiunte all’episodio verificatosi in questi giorni nel Comune di QuerceGrossa, indicano un sorta di percorso e disegnano un tracciato ben preciso sulle intenzioni criminali di chi dissemina nelle campagne esche avvelenate.
Questo fenomeno, nel corso degli anni, è stato ricondotto a problematiche relative all’attività venatoria, risolvere, ora, l’enigma con lo stesso teorema appare riduttivo, soprattutto se si pensa che il tracciato dei ritrovamenti di esche avvelenate riconduce a luoghi dove si svolge tutt’altra attività.
E’ da precisare, inoltre, che in caso di episodi di avvelenamento di animali, le segnalazione possono essere fatte sia alla Polizia municipale, che direttamente alla Polizia Provinciale che ha specifiche competenze in materia, ma è singolare che l’autorità competente per territorio (erroneamente indicata dai quotidiani come tale) sia stata informata attraverso gli organi di stampa, forse perché gli interessati, si sono rivolti, giustamente, ai rispettivi comuni o al Corpo di Polizia Provinciale, ma il Comune di Barberino Val D’Elsa e la Polizia Municipale vengono additati per la loro indifferenza e inoperosità su questa problematica, non è da escludere un uso strumentale degli organi di stampa.
In relazione invece all’episodio della pecora avvelenata, riunito in una unica fenomenologia agli episodi prima richiamati, va precisato che la cronaca di quell’episodio è stata riportata dal quotidiano “La Repubblica” in modo distorto e con riferimento a fatti che non trovano riscontro nella realtà.
Le precisazioni che si riportano di seguito spero possano essere utili per fornire una corretta informazione ai lettori ed alla cittadinanza.
Il giorno 16 gennaio 2006, gli operatori di questo ufficio si sono recati Via di Poppiano loc. La Selva a seguito di segnalazione telefonica relativa al rinvenimento di due pecore morte all’interno di un’immobile posto in tale località.
Le ricerche per localizzare i due capi risultano infruttuose poiché la segnalazione da parte dei proprietari dell’immobile è imprecisa, le verifiche, inoltre, presso le abitazioni della zona e le informazioni raccolte presso gli abitanti del posto non danno esiti.
Gli operatori, quindi, hanno proceduto ad ispezionare alcuni campi limitrofi alla zona indicata, dove appunto, in un’area adiacente alla strada comunale di Poppiano, è stata localizzata la carcassa di un pecora adulta deceduta probabilmente a causa dell’attacco di animali predatori. L’animale presentava un ampio squarcio nella parte addominale dove ristagnava abbondante liquido ematico misto a presumibile sostanze gastriche, l’animale, inoltre, era privo del quarto posteriore sinistro e parti del bacino, presentava sull’orecchio destro una marca auricolare con matricola di controllo. L’area circostante era cosparsa di resti di mantello.
Immediatamente è stata inoltrata alla competente ASL veterinaria la segnalazione del rinvenimento e la richiesta di verifica da parte dei tecnici veterinari delle cause del decesso e l’individuazione del proprietario del capo. Tale richiesta finalizzata alla rimozione da parte del proprietario della carcassa non ha avuto immediato riscontro da parte dell’ASL, che al momento aveva i propri tecnici impegnati su altri interventi.
Tenuto conto, che il terreno dove è stata localizzata la carcassa è adiacente all’azienda agricola “LA Selva” che conduce un allevamento di ovini, sono stati contattati i proprietari ed informati del ritrovamento, ma i titolari dell’azienda hanno escluso che il capo rinvenuto era di loro proprietà.
Nel pomeriggio del giorno 16 gennaio e nei successivi giorni, 17 gennaio e 18 gennaio, il personale di quest’ufficio ha eseguito ulteriori sopralluoghi e sollecitato l’intervento all’ASL Veterinaria, nonché richiesto riscontro al numero di matricola rinvenuto sul capo deceduto , per acquisire i dati del proprietario, ma tali richieste sono rimaste inevase.
Il giorno 18 gennaio 2006 alle ore 16,00 circa , la Sig. Formiga Francesca, proprietaria di un cane pastore, ne segnala la morte per intossicazione, riferendo che la probabile causa del decesso è da ricondurre all’ingestione di parti della carcassa di pecora presente su Via di Poppiano.
Immediatamente viene informata la competente ASL veterinaria e richiesto l’immediato intervento da parte dei tecnici veterinari per un sospetto avvelenamento del capo.
Alle ore 18,00 circa la direzione del Servizio ASL Veterinario comunica i dati del proprietario del capo ovino rinvenuto a Poppiano, e su indicazioni della stessa quest’ufficio ingiunge ai titolari dell’azienda “la Selva” di rimuovere la carcassa della pecora e di tenerla a disposizione per gli accertamenti del caso.
Il giorno 19 gennaio perviene a quest’ufficio sollecitazione telefonica relativa alla segnalazione del 16 gennaio, per il rinvenimento di due pecore morte all’interno di un caseggiato posto in Loc. La Selva Via di Poppiano, l’interlocutore viene sollecitato ad indicare più chiaramente il luogo dove sono state rinvenute le pecore, e alle ore 11,00 circa viene ispezionato un’immobile disabitato posto in via di Poppiano dove sono presenti il corpo di una pecora adulta all’esterno del fabbricato ed il corpo di un agnellino all’interno del fabbricato in una stanza al primo piano. Da una prima sommaria ispezione delle carcasse non si notano elementi utili per la definizione della causa del decesso, i due corpi appaiono integri e privi di segni di alcun genere.
Il ritrovamento viene immediatamente segnalato alla ASL Veterinaria che nel pomeriggio dello stesso giorno dispone l’intervento dei tecnici veterinari che provvedono all’acquisizione delle carcasse e l’invio al laboratorio per gli accertamenti.
I capi rinvenuti presentavano all’orecchio la marca auricolare di identificazione e la direzione ASL Veterinaria ha riscontrato che i due ovini deceduti erano di proprietà della Azienda Agricola “La Selva”.
Successivamente gli esiti degli accertamenti veterinari su capi, indicano che il capo adulto è deceduto per trauma a causa di caduta dal primo piano dell’immobile ove è stato rinvenuto, mentre l’agnellino risulta deceduto per denutrizione. Quest’ultimi due capi, come il terzo rinvenuto nei giorni precedenti, sono stati aggetti, presumibilmente dell’attacco di animali predatori, e non si esclude anche da parte di animali domestici non controllati, come lamentato dagli stessi proprietari delle pecore decedute.
Su quest’ultimo aspetto, ovvero le problematiche relative alla conduzione degli animali da affezione, soprattutto i cani, credo sia indispensabile sottolineare l’inciviltà di rincresciosi episodi riscontrati sul territorio comunale che vedono protagonisti proprietari di cani che abitualmente lasciano senza controllo i propri animali, liberi di effettuare scorribande negli allevamenti di animali, nei pollai, di assediare giardini e proprietà altrui, di spaventare passanti in bicicletta e bambini ecc..
Questo atteggiamento, che l’ufficio nei limiti delle proprie forze, cerca di scoraggiare, rappresenta una condotta incivile ed arrogante e lesiva sia dell’altrui libertà che , spesso, dell’incolumità degli animali detenuti, una sostanziale carenza di cura verso il proprio animale, che in caso di sinistri stradali, ad esempio, oltre a causare danni e pericolo per la circolazione stradale può condurre il cane stesso alla morte.

Il Comandante della Polizia Muncipale

Antonio Totaro



«Le famiglie che hanno avuto un animale ucciso da un boccone avvelenato sporgano denuncia. È loro diritto farlo, ed è importante non rinunciarvi». A parlare così è il comandante della polizia municipale di Barberino Val d’Elsa, Antonio Totaro, dopo che nei giorni scorsi ci sono state alcune notizie sulla morte di cani per colpa dei bocconi avvelenati. «Rivolgiamo questo invito e questo appello – prosegue Totaro - poiché nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di leggere sui giornali, con toni anche strumentali e polemici, che vi sono stati alcuni episodi di cani avvelenati. Abbiamo fatto una verifica e fino ad oggi nessuno si è rivolto ai vigili urbani di Barberino o al limite ai carabinieri di Tavarnelle per sporgere denuncia. Fare denuncia è invece un passaggio indispensabile affinché le autorità preposte possano venire a conoscenza dei fatti ed eventualmente attivarsi. Limitarsi a far presente la pur drammatica circostanza ai mezzi di informazione non ci mette nelle migliori condizioni di agire ed eventualmente svolgere indagini. Probabilmente da parte di qualcuno non c’è nemmeno la consapevolezza di potere e dovere denunciare questi episodi. Invece denunciare l’accaduto, ai vigili o ai carabinieri, è molto importante perché la diffusione di bocconi avvelenati costituisce una pratica barbara e disumana che va assolutamente combattuta».

Gli ultimi episodi del genere a conoscenza dei vigili urbani di Barberino risalgono a circa 3 mesi fa, e complessivamente, stando ai dati consegnati dall’Amministrazione Provinciale di Firenze, nel corso del 2005 gli episodi di avvelenamento di cani registrati nel Comune di Barberino sono stati 3, rispetto ad esempio agli 11 di Greve o ai 7 di Tavarnelle. Si tratta di un dato stabile, poiché anche nel 2003 e nel 2004 i casi erano stati tre per ciascun anno.



13/03/2006 10.36
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