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FIRENZE: AL VIA I LAVORI ALLE EX LEOPOLDINE IN PIAZZA SANTA MARIA NOVELLA
In due anni sorgerà il Museo nazionale di fotografia
Sono stati consegnati ufficialmente stamani i lavori per il recupero delle ex Leopoldine in piazza Santa Maria Novella. Il primo lotto dei lavori dovrà terminare entro due anni. Sono stati stanziati 3 milioni e 200.000 euro sia dal Comune, che dalla Regione Toscana che dalla Fondazione Ente Cassa di Risparmio.
Il secondo lotto di lavori, per circa 6 milioni di euro, riguarderà la collezione Alberto dalla Ragione.
Il progetto di recupero prevede un insieme di opere di restauro e di riorganizzazione funzionale, finalizzato ad adibire gli spazi restanti dal primo lotto dei lavori, ad attività Espositive e Museali relative alle opere del '900.
"Il restauro complessivo dell'ex Leopoldine è una parte importante della riqualificazione dell'intera area di piazza di Santa Maria Novella - ha sottolineato l'assessore alla cultura Simone Siliani - che avviene attraverso un restauro, quindi attraverso l'attività di tutela e valorizzazione del patrimonio, con funzione museale. Infatti, le ex Leopoldine ospiteranno tanto il Museo Nazionale di Fotografia dei Fratelli Alinari quanto il Museo delle Opere d'arte del Novecento di proprietà del Comune a partire dalla collezione Alberto dalla Ragione. Questo progetto dimostra una volta di più come tutela dei beni culturali e la loro valorizzazione siano inscindibili e come questa funzione venga svolta efficacemente da un ente locale come il Comune".
Il complesso dell'antico Ospedale di San Paolo occupa un intero isolato fra Piazza Santa Maria Novella, via dei Fossi e via Palazzuolo, per una superficie complessiva di oltre 3.550 mq.
Il primo lotto dei lavori realizzerà il Museo Storico della Fotografia e le centrali tecnologiche interrate nel chiostro interno secondo le prescrizioni dei Vigili del Fuoco.
Il Museo Storico della Fotografia, sarà collocato nei locali dell'ex refettorio al piano terreno, prospicienti il fianco sinistro del chiostro per una superficie complessiva di circa ottocento metri quadri.
La restante parte dell'edificio, al piano terra, ammezzato, primo e secondo, per circa 2.800 metri quadri, è destinata ad accogliere le raccolte dell'arte del '900 di proprietà comunale, in particolare la Raccolta Alberto della Ragione.
Contestualmente saranno liberate le arcate del loggiato al piano terreno dalle antiestetiche tamponature in muratura di epoca imprecisata, in condizioni fatiscenti, sostituendole con pareti vetrate in modo da poter recuperare adeguatamente i locali dell'ex cappella ad uso portineria, book-shop salvaguardando al contempo le tracce di decorazioni murali ancora presenti.
Al piano terreno è prevista la riapertura dell'antico accesso allo Spedale di San Paolo da via Palazzuolo.
Il percorso dei visitatori del Museo inizierà dall'ingresso principale lato Loggiato di Piazza Santa Maria Novella, con punto informazioni e controllo, biglietteria, bookshop, deposito oggetti personali e caffetteria che saranno realizzati nella porzione chiusa del chiostro situata sulla destra per chi entra dalla piazza, nella quale si trovano due affreschi del XVII secolo raffiguranti un santo vescovo e una santa religiosa che, insieme ad una piccola porzione residuale esistente sulla parete di fondo del locale, verranno restaurati.
Nel chiostro si procederà al completamento del restauro del loggiato, già consolidato da precedenti interventi.
La pavimentazione, fortemente deteriorata, sarà completamente sostituita con elementi in cotto posto in opera secondo il disegno originario, a spina reale e ghirlanda.
CENNI STORICI
L'ospedale di S. Paolo, oggi conosciuto come Scuole Leopoldine, è uno dei più suggestivi e forse meno conosciuti fra gli edifici storici di Firenze.
L'utilizzo dell'area vicina all'antichissima chiesa di S. Paolo in piazza Santa Maria Novella, (oggi occupata dall'intero complesso delle Leopoldine) come ospedale per malati, poveri o mendicanti è attestato fin dai primi decenni del XIII secolo.
La tradizione popolare racconta che in questi locali si sarebbero incontrati S. Francesco e S Domenico (evento celebrato da uno splendido lunettone a rilievo di Andrea della Robbia posto sull'entrata della chiesa sul lato corto del loggiato prospiciente Via della Scala) e che, nel 1221, lo stesso S. Francesco avrebbe accolto i primi terziari e le prime terziarie detti Pinzocheri e Pinzochere.
Una particolare congregazione reggeva le sorti di questo complesso: i Pinzocheri, laici che si rifacevano agli insegnamenti di S. Francesco e per questo si consideravano affiliati all'Ordine dei Frati Minori. I Pinzocheri occuparono una parte importante nelle alterne vicende dell'Ospedale.
Inizialmente l'ingresso era dall'attuale Via Palazzuolo e soltanto con i grandi interventi voluti da Benino Benini dal 1451, si ebbe lo spostamento dell'accesso verso la basilica domenicana con la creazione del magnifico loggiato. A quel tempo i Pinzocheri erano caduti in disgrazia per il loro modo troppo sciatto di amministrare i beni dell'Ospedale. A porre un freno a questa assai spiacevole situazione, intervenne nel 1451 Martino V, che dette pieni poteri all'arcivescovo Antonino Pierozzi per la nomina di un nuovo amministratore. Il Santo vescovo nominò, appunto il sopracitato Benini pievano di S. Piero a Sillano, che risollevò le sorti dell'Ospedale.
I primi lavori di ampliamento della costruzione due-trecentesca vengono fatti risalire al 1451, data di inizio del programma di riforme di Benino dè Benini.
Due busti in terracotta, collocati alle due estremità della loggia recano le date 1451 e 1495 che sembrano ricordare l'inizio e la conclusione del programma architettonico.
È in questa fase che fu realizzato il grandioso loggiato, sul modello di quello dell'Ospedale degli Innocenti, con la successione di dieci arcate sorrette da nove colonne e due pilastri, successivamente arricchito con nove tondi di Andrea della Robbia raffiguranti figure di Santi (1489-1496) e due mezzi tondi raffiguranti lo spedalingo Benini. Contemporaneo è lo spostamento dell'ingresso da via S. Paolo (oggi Via Palazzuolo) a Piazza S. Maria Novella.
Nel 1588, sotto il granduca Ferdinando I, si ha una importante novità, che dette a Firenze un nuovo primato nel campo assistenziale. Il vecchio ospedale di S. Paolo venne trasformato in uno "spedale per convalescenti".
La novità consisteva nel fatto che, fino ad allora i malati venivano dimessi bruscamente e tornavano alle loro case deboli e malandati. Nel nuovo Ospedale di S. Paolo venivano, invece, trattenuti e mantenuti "almeno per quattro giorni".
L'Ospedale di S. Paolo dei Convalescenti fu soppresso da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1780 e riunito a quello di Santa Maria Nuova.
I locali vennero adibiti, parte a una delle cosiddette "Scuole Leopoldine", dove le fanciulle povere venivano istruite e iniziate a lavori donneschi e parte a conservatorio diretto dalle suore Oblate.
L'edificio andò progressivamente in declino dopo la prima guerra mondiale fino a quando, nel secondo dopoguerra, con l'estinzione dell'Opera Pia "Scuole Leopoldine" decretata dalla Regione Toscana, venne acquisito dall'Amministrazione Comunale ad uso scolastico.
Nei primi anni del 1980 l'Amministrazione Comunale fece redigere un progetto per adeguare i locali alle mutate esigenze dell'edilizia scolastica che è stato sostituito nel 1998 dall'attuale progetto a cura del Servizio Belle Arti del Comune.
18/12/2003 8.47
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