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Redazione di Met
ACTOR'S STUDIO: BABY YAR
La musica e il pianoforte salvano la vita. Venerdì 27 Aprile 2012 all'Auditorium La Tinaia, Parco Corsini, Fucecchio
Actor's Studio: BABY YAR

Anteprima

Testo e regia Firenza Guidi
Interpretato da Lisa Savini

Venerdì 27 Aprile 2012
Ore: 22.00
Auditorium La Tinaia, Parco Corsini, Fucecchio (FI)

Per informazioni visitate il sito: www.elanfrantoio.org

La musica e il pianoforte salvano la vita.

La piccola Zhanna, sostenuta dal padre, un caramellaio di Minsk, studia pianoforte rivelando da subito un talento non comune. Ma quando, nel 1941, i tedeschi invadono l'Ucraina e moltissimi ebrei, compresa la sua famiglia, vengono deportati verso i campi di sterminio, il suo sogno di bambina si trasforma in incubo. Zhanna sopravviverà al massacro di Drobitsky Yar, dove le truppe tedesche uccideranno migliaia di ebrei. Cambierà nome, avrà un nuovo atto di nascita, un nuovo compleanno, una nuova religione. Troverà la salvezza suonando il piano nei campi di sterminio per intrattenere gli ufficiali nazisti. Solo uno spartito di Chopin nascosto sotto i vestiti a proteggerla dalla follia e dall'orrore del mondo, unico brandello di infanzia che le è rimasto.

In un giorno, il 27 Aprile, a cavallo tra la festa della Liberazione e l'anniversario dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Dachau (29 Aprile 1945), Firenza Guidi propone il suo nuovo Actor's Studio, BABY YAR, una performance che dà modo ad un membro della compagnia stabile del Frantoio di Fucecchio di misurarsi con i propri confini performativi attraverso un testo che vede sul palco un unico protagonista. In questo caso, nei panni di Zhanna sarà Lisa Savini, attrice e musicista.

BABY YAR esplora l'animo umano come un microcosmo che si confronta con la musica come mezzo di espressione. Il pianoforte diventa, per il personaggio della piccola Zhanna, un'estensione della persona. Zhanna non suona con il piglio esperto di una pianista di successo, ma adagia sui tasti, insieme alle dita, sé stessa e la propria identità, il suo intero mondo si associa alla dimensione dello strumento, e l'atto di suonare diventa un'azione intima, che ha a che fare coi propri organi vitali, cui può far bene o male, suscitando gioia o sconforto, dolore o felicità.

La protagonista di BABY YAR si siede a lungo in silenzio prima di un'esibizione. Come in una vera e propria relazione umana, il momento in cui il senso del tatto interviene è importante, richiede attenzione ed ha a che fare con un flusso di energia. Il rapporto che Zhanna ha con il pianoforte non cambia con l'arrivo del successo e della conseguente salvezza. Sul palco, il suo personaggio progressivamente si spoglia dello sfarzo dei trionfi del palcoscenico per ritrovare la sua dimensione precedente, l'ingenuità e la spontaneità dell'infanzia, dove, per mezzo del difficile passaggio all'età adulta, il pianoforte diventerà donna e la donna diventerà pianoforte.

BABY YAR è ispirato al romanzo di Greg Dawson "La pianista bambina". Dawson narra la storia, vera e vissuta, della propria madre, riuscita a salvarsi ancora adolescente dall'orrore della shoah, grazie al suo grande talento di musicista.

25/04/2012 19.46
Redazione di Met


 
 


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