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Comune di Firenze
EGITTO, RIUINIONE CONGIUNTA DELLE COMMISSIONI PACE E CULTURA DI FIRENZE
Con la blogger femminista Asmaa Aly e l'avvocato Malek Adly
Le commissioni Pace Diritti umani e Cultura hanno ascoltato stamani due giovani testimoni della primavera araba, la blogger femminista e protagonista della rivoluzione egiziana: Asmaa Aly e Malek Adly, avvocato dei diritti umani, ricercatore e formatore e che attualmente lavora al Centro per i diritti sociali ed economici in Egitto. Asmaa Aly è anche responsabile media della campagna dei giovani per un giovane presidente (Khaled Ali) e responsabile Cospe per le pari opportunità e i diritti delle donne in Egitto. Malek Adly è stato difensore nei principali processi penali contro gli attivisti e protagonista nelle principali cause di questo ultimo anno contro le violenze della giunta militare. Stamani erano presenti all'incontro anche Fiammetta Chiarini della Fondazione Kennedy per i diritti Umani e Silvia Ricchieri per tre anni cooperatrice COSPE al Cairo. "Asmaa e Malek- ha detto la presidente Agostini- hanno esordito mostrando preoccupazione e dolore per la condizione politica attuale e per la reiterata lesione dei diritti umani in Egitto. Altra preoccupazione sottolineata è il rinvio della promulgazione del risultato elettorale che lascia legittimamente sospettare nuovi negoziati dietro le quinte. E' sempre emozionante sentire le parole e percepire i sentimenti di persone che dopo 17 mesi di speranze sentono infrangersi sogni di libertà. E' stata una tavola rotonda appassionante, che per i contenuti inediti ci convince a proseguire al fianco di battaglie avviate con nuove tecniche di denuncia internazionale, quali sono state le esperienze dei blogger proseguite con l'occupazione della piazza Tahir ogni venerdì costate molte vite umane, tante persone ferite, tantissimi prigionieri. Sono sopratutto le donne che pagheranno il prezzo più alto. Per questi ed altri temi di carattere umanitario, l'Egitto ha ancora molta strada da fare. I giovani hanno riconosciuto il limite del non andare a votare, costretti da una scelta comunque pesante. Votare un generale di Mubarak oppure un Fratello Musulmano. Questo è il surreale bivio al quale si sono trovati gli egiziani. Non un'alternativa fra ritorno al passato e un governo eletto a guida islamista, ma fra laicismo ed islamismo. Senza mezzi termini. Lasciando così ben pochi margini, in particolare agli elettori cristiani copti, così come a tutti gli altri oppositori laici".

21/06/2012 18.26
Comune di Firenze


 
 


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