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Redazione di Met
"Cattolici e Sciiti davanti al futuro. A due anni dalla visita di Papa Francesco in Iraq"
Convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme all’Istituto Al-Khoei. Consegnato un messaggio di Papa Francesco ad Al Sistani. Il Cardinale Ayuso: “Il dialogo non è segno di debolezza”. Riccardi: “Imparare ad ascoltarsi per superare i propri pregiudizi” - Al-Ishkawari: “Lavorare insieme per il bene dell’umanità”. Il patriarca Sako: “Costruire un futuro in cui nessuno sia emarginato per motivi di fede”
Si sono svolte in Iraq, a Najaf, città santa per gli sciiti, dove è presente il santuario dell’imam Alì, le giornate del convegno internazionale 'Cattolici e sciiti davanti al futuro. A due anni dalla visita di Papa Francesco in Iraq', organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme all’Istituto Al-Khoei.

Questa nuova tappa nell’amicizia tra cattolici e sciiti si inserisce in un percorso avviato nel gennaio 2004, quando una delegazione di Sant’Egidio, invitata a Najaf da religiosi sciiti in dialogo nello “spirito di Assisi”, incontrò il Grande Ayatollah Al Sistani. Nel 2015 si è svolto il primo incontro internazionale cattolici-sciiti, a cui hanno fatto seguito numerose e variegate presenze di religiosi sciiti alle Preghiere per la pace, promosse da Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”. Una delegazione da Roma era presente a Najaf il giorno dell’incontro tra il Papa e Sistani del 2021 e anche l’anno scorso, su invito dell’istituto Al-Khoei, per l’anniversario della visita. A luglio si è tenuta a Roma un’altra tappa di questo cammino con il secondo incontro cattolici-sciiti.

Introducendo i lavori, il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, prefetto del dicastero per il Dialogo interreligioso, ha spiegato che “il dialogo tra le religioni non è un segno di debolezza ma una manifestazione del dialogo di Dio con l’umanità: la fraternità è una sfida per l’intera umanità”. Ha quindi annunciato che avrebbe consegnato, insieme ad Andrea Riccardi, un messaggio del Papa ad Al Sistani.
Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ricordando lo storico incontro tra Francesco e il Grande Ayatollah, di due anni fa a Najaf, ha sottolineato l’importanza dell’ascolto “per uscire dai propri pregiudizi e dalle categorie” con cui si affrontano la vita e il futuro: “I credenti, nella differenza delle tradizioni e delle teologie, rappresentano un popolo che semina fraternità e la fa crescere. Non si tratta solo di un’azione dei leader, ma anche dei popoli, nella pratica quotidiana della fraternità”.

Nella prima giornata del convegno, dedicata alla “fraternità” e a “preghiera, poveri e pace”, Al-Ishkawari, dell’Alto seminario sciita di Najaf, ha precisato che l’obiettivo “non è quello di unire le religioni in una sola, ma di lavorare insieme per il bene”. Mentre Shahid Al-Baghdadi, della direzione generale del Santuario dell’Imam Alì, ha auspicato che “l’incontro sia parte di un progetto più vasto con il quale sapienti e saggi, cristiani e musulmani, possano costruire un pensiero di fraternità che circoli per i giardini del mondo”.
“Dal 2015 – ha ricordato il segretario generale dell’istituto Al-Khoei, Jawad Al-Kohei – cerchiamo, con gli amici di Sant’Egidio, di realizzare un dialogo intellettuale tra cattolici e sciiti, restando nella nostra tradizione, ma cercando gli aspetti comuni nei valori etici e nel rispetto reciproco”.
“Un’anima credente – ha sottolineato il patriarca di Baghdad dei Caldei, Louis Raphaël Sako - non deve mai far soffrire gli altri. Bisogna rinnovare la mentalità per costruire un futuro in cui nessuno è emarginato per motivi di fede”.

La seconda giornata del convegno internazionale “Cattolici e sciiti davanti al futuro” si è quindi aperta a Najaf con la consegna di un messaggio del Papa ad Al Sistani. La lettera è stata portata al Grande Ayatollah - che Francesco aveva incontrato nella sua residenza in occasione della visita in Iraq di due anni fa - dal cardinal Ayuso, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso, insieme al fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.

Nel corso dell’incontro, che aveva come temi “il dialogo sulla vita” e “religioni e società”, mons. Vincenzo Paglia ha detto che “è tempo di rilanciare la visione di un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli”. Il presidente della Pontificia Accademia per la vita ha spiegato che “tutte le religioni, ma in particolare quella abramitiche, sono chiamate ad un confronto con il mondo della tecnologia”, che si sviluppa con una velocità superiore a quella delle scienze umane, “offrendo quel contributo di sapienza che salva l’umanità dal cadere nell’abisso”.

Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha insistito sulla necessità di aprire un varco nella “globalizzazione dell’indifferenza” di cui ha parlato Papa Francesco e di rispondere a quell’insidioso “fondamentalismo dell’io” che deriva dal vuoto di cultura e dallo spaesamento che si vive nel mondo globale: “La globalizzazione e la tecnologia dovrebbero essere utili per costruire ponti tra di noi, non per creare nuovi muri invisibili attraverso l'attuale cultura dell'individualismo”. Le religioni, al riguardo, possono svolgere un ruolo importante e aiutare a “rinnovare il mondo nella fraternità”.

Le personalità sciite intervenute nella seconda giornata del convegno hanno sottolineato l’importanza di un dialogo che faccia crescere tra i popoli i valori della fraternità umana nel momento difficile che sta attraversando il modo, fra tensioni e conflitti. Ma anche di religioni che sappiano essere sempre accanto a chi ha bisogno: “Ignorare il povero – ha osservato Hussein Al-Kazwini, dell’Alto seminario sciita di Najaf – è come ignorare la fede”. Il convegno si è concluso il 10 marzo nella sede del patriarcato caldeo di Baghdad.

Il terzo convegno internazionale "ha voluto significare un'apertura di un percorso di superamento della globalizzazione delle indifferenza in cui le religioni possono avere un grande ruolo per arrivare e raggiungere la globalizzazione dell'amore che supera i conflitti, crea dialogo e crea nuovi spazi di umanità nel mondo", afferma Marco Impagliazzo nell'intervista pubblicata su santegidio.org
Fraternità, preghiera, poveri e pace tra i punti di riferimento di questa nuova tappa nell'amicizia tra cattolici e sciiti.

Nella conclusione del convegno, Andrea Riccardi, riferendosi anche al messaggio personale che papa Francesco ha inviato al "Caro fratello" Al Sistani per questa occasione, ha richiamato le sfide che i credenti possono affrontare insieme in questo spirito di fraternità: "la guerra in Ucraina, i cambiamenti climatici, l'estremismo religioso, il terrorismo. Non ci siamo riuniti per una fusione dogmatica - ha concluso il fondatore di Sant'Egidio - ma per un atto di corresponsabilità".

Approfondimenti su: https://www.santegidio.org/pageID/30284/langID/it/itemID/52757/Riuniti-per-un-atto-di-corresponsabilit%C3%A0-Si-conclude-oggi-a-Baghdad-nel-patriarcato-Caldeo-lincontro-Cattolici-e-Sciiti-davanti-al-futuro.html

11/03/2023 18.41
Redazione di Met


 
 


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